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Officina Cacciani
Le auto d’epoca non passano mai di moda e vantano milioni di appassionati in ogni dove. Il segreto del loro splendore sta tutto nel restauro, un lavoro lento e minuzioso. Vi raccontiamo la storia della carrozzeria Cacciani di Cupramontana in provincia di Ancona.
Quello che forse non tutti sanno è che l’espressione “auto d’epoca” viene utilizzata per definire veicoli che hanno più di 30 anni. Le auto d’epoca non sono quindi soltanto pezzi da collezione ben curati, ma anche veicoli il cui aspetto ben rispecchia l’età. I molti appassionati sanno che il vero fascino delle auto d’epoca sta nel restauro. Le regole sono ferree: l’auto per essere storica deve essere restaurata seguendo meticolosamente le tecniche e le caratteristiche che risalgono alla sua nascita.
Il signor Gilberto Cacciani lo sa bene, da restauratore esperto d’auto d’epoca e prima di tutto meccanico “vecchia maniera”, come ama definirsi. A 14 anni il signor Cacciani, in sella alla sua bicicletta, andava quotidianamente a Jesi, dove lavorava presso un’officina: quello fra Gilberto e le auto fu amore a prima vista. Proprio per questa sua predisposizione e passione, nel 1966 apre un’officina all’inizio a marchio FIAT, ottenendo poi la fiducia e il mandato di grandi case automobilistiche come Ford, Lancia, Autobianchi e Volkswagen. Ma è negli anni Novanta, quando l’elettronica inizia a fare il suo ingresso prepotente nelle macchine, che Gilberto decide che gli investimenti richiesti sono eccessivi per la sua realtà e soprattutto per il suo concetto di meccanica. Passano momenti difficili lui e suo figlio Lorenzo che lo affianca in officina. Si chiudono i battenti di una realtà che fino a quel momento era l’attività di famiglia.
Come è nata la passione per le auto d’epoca e come sono diventate la sua attività?
Dopo essere rimasti, praticamente senza lavoro, con mio figlio ci siamo trovati ad aggiustare delle macchine “vecchie”, le nostre. Così è nato tutto: prima per caso e poi è iniziato una sorta di passaparola tra le persone, che noi aggiustavamo auto d’epoca. Ad un certo punto c’era un bel po’ di lavoro e abbiamo deciso di fare degli investimenti in pubblicità su emittenti locali e sulla stampa specializzata. Ha funzionato! Siamo arrivati fin qui. Il signor Gilberto e suo figlio hanno così iniziato a restaurare auto d’epoca e come tutti gli appassionati si sono immediatamente fatti prendere da quella che lui stesso definisce una “nevrosi”: cercare il pezzo, il più possibile fedele all’originale, così come montato dalla Casa Madre.
Questa una delle regole ferree di cui parlavamo per iniziare a fare un restauro di un’auto d’epoca. “Per prima cosa, quando siamo davanti a un’auto d’epoca, con il rispetto che le si conviene, noi cerchiamo attraverso la Casa Madre di ottenere un vero e proprio certificato d’identità storico che consente di cercare i pezzi originali e i dettagli che la rendano fedele a come è nata”.
Qual è la prima cosa che un restauratore di auto d’epoca vede nella macchina che ha davanti a sé?
Succede un po’ come con le donne… Ci deve colpire qualcosa, un particolare: la carrozzeria o quanto siano rispettate le forme con cui è stata costruita.
Quale è stata l’auto che le ha dato le maggiori soddisfazione nel restaurarla? E quanto tempo ha impiegato per portarla nuovamente al suo splendore?
“Ogni macchina che esce dall’officina Cacciari ci da grandi soddisfazioni e quando parte porta con sé un pò di noi, della nostra passione e del tempo che le abbiamo dedicato con rispetto. Una Fiat dei primi anni ’50 è stato un lavoro molto impegnativo e ora si trova in Olanda. Ma il record di ore dedicate al restauro spettano a una Lancia Aurelia, prodotta in soli 8 esemplari, di cui noi ne abbiamo restaurati 2.
Uno di questi gioielli era ridotta molto male però: era stata rinvenuta da un signore, collezionista di Lancia, abbandonata in un campo: ci sono volute ben 2.400 ore di lavoro per riportarla al suo originale
splendore”.