In galera chi truffa gli anziani. Il primo si alla legge
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“Quando abbiamo iniziato tre anni fa con la campagna nazionale contro le truffe agli anziani, insieme al Ministero degli Interni e alle Forze dell’Ordine speravamo fortemente si potesse arrivare a tali risultati”. Giampaolo Palazzi, presidente di ANAP Confartigianato ha commentato così il primo passaggio parlamentare del provvedimento volto a incrementare le pene nei confronti dei truffatori e di stabilire l’ordine di arresto per chi viene colto in flagrante.
A Montecitorio la legge che amplia le tutele per i soggetti anziani più fragili e inasprisce le pene per questo reato ha raggiunto un primo traguardo. Ora la parola passa al Senato con l’obiettivo di portare a casa il provvedimento. La legge dà un’ulteriore protezione a chi versa in condizioni di vulnerabilità psicofisica in ragione dell’età avanzata e punisce chiunque con mezzi fraudolenti, induca una persona a dare o promettere indebitamente a sé o ad altri denaro, beni o altra utilità.
“Era la notizia che stavamo aspettando, perché accanto all’azione di prevenzione, che portiamo avanti da anni, ormai, con la campagna Più sicuri insieme – commenta il segretario nazionale di ANAP Confartigianato Fabio Menicacci – è sempre più necessaria un’opera di repressione efficace e questo è il primo passo”.
Molto dettagliato e ‘a prova di anziano’ anche l’elenco dei luoghi dove scatterà il reato: prima di tutto la casa della persona offesa. E poi: all’interno o in prossimità di uffici postali o banche, luoghi di cura o di ritrovo di persone anziane o di case di riposo o esercizi commerciali.
“È una legge che consente allo Stato di stare dalla parte dei più deboli, di garantire legalità e sicurezza – commenta il presidente di ANAP Giampaolo Palazzi – pene severe e certe sono l’unico modo concreto per contrastare l’odioso fenomeno”.
Il nuovo delitto è punito con la reclusione da 2 a 6 anni e con la multa da 400 a 3mila euro, salvo che il fatto non costituisca più grave reato.
“Auspichiamo che la normativa ottenga al più presto – ha concluso Menicacci – anche il sì del Senato, prima che la legislatura finisca e tutto venga rimandato”.

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