Protocollo d’intesa fra INPS e CUPLA
Comunicato Nazionale
Sarà più veloce flessibile e continuo – Il dialogo con le associazioni dei pensionati del lavoro autonomo.
Correttezza, trasparenza, reciproca informazione ed autonomia sono i principi ispiratori del Protocollo di intesa sottoscritto fra l’INPS, l’Isituto Nazionale di Previdenza, e le Organizzazioni sindacali dei pensionati che compongono il Comitato Unitario dei Pensionati Lavoro Autonomo, CUPLA: Anap Confartigianato, ANPA Confagricoltura, Associazione Nazionale Pensionati CIA, 50&Più-Confcommercio, CNA Pensionati, Federpensionati Coldiretti, FIPAC Confesercenti, FNPA Casartigiani.
Obiettivo del protocollo è rafforzare un sistema di relazioni e di negoziazione fra i soggetti firmatari al fine di promuovere una migliore assistenza e tutela delle fasce più deboli, pensionati in particolare, attraverso le associazioni che rappresentano circa 5 milioni di pensionati del lavoro autonomo, offrendo una rete di servizi diffusa sul territorio che costituisce un osservatorio privilegiato della realtà sociale dei pensionati.
La relazione tra INPS e CUPLA potrà avvalersi delle importanti innovazioni nei processi messi in atto dall’Istituto, che rende il dialogo con le associazioni dei pensionati veloce, flessibile e continuo. L’Inps e le Organizzazioni Sindacali dei pensionati, attraverso il protocollo, si impegnano a programmare periodicamente incontri dedicati per la presentazione delle iniziative in materia previdenziale ed assistenziale che hanno un impatto sui pensionati e per confrontarsi sul grado di attuazione degli obiettivi prefissati.
Il tema della tutela delle fasce più deboli sarà anche al centro di un Convegno, promosso dal CUPLA il prossimo 14 settembre alla presenza del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Giuliano Poletti. Occasione in cui sarà presentato uno studio realizzato dal CER in cui si evidenzia che le condizioni di disagio sociale fra i pensionati si sono fortemente aggravate negli ultimi anni e le cause principali sono da attibuire all’eccessivo drenaggio fiscale, ai ripetuti blocchi della perequazione automatica e ad un meccanismo di indicizzazione non adeguato ai consumi specifici dei pensionati. Un fatto, quest’ultimo, che ha penalizzato in particolare i pensionati che ricevono importi al di sotto o poco superiori alla soglia di povertà.
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