Sanità Pubblica: al via l’assistenza transfrontaliera e gli scioperi nazionali
Comunicato Nazionale
Il Presidente Palazzi, “Non si può pensare di risolvere i problemi della Sanità penalizzando utenti e personale”.
Hanno avuto inizio lunedì 8 luglio le iniziative di protesta nella sanità pubblica che culmineranno nello sciopero nazionale del 22 luglio quando, dalle 8 alle 12, incroceranno le braccia 115 mila medici e veterinari dipendenti insieme ai 20 mila dirigenti sanitari, amministrativi, tecnici e professionali del Ssn, senza contratto dal 2009 e con la prospettiva, ventilata dal Governo, di prorogare il blocco almeno fino al 2014.
Fino al 22 luglio sono previsti blocco degli straordinari, astensione da tutte le attività non comprese nei compiti di istituto, avvio di contenziosi legali, richiesta di pagamento e/o recupero delle ore effettuate in turni di guardia eccedenti il debito orario contrattuale, richiesta di godimento delle ferie arretrate; il 15 luglio, assemblee in tutti gli ospedali e luoghi di lavoro. L’obiettivo è quello di rendere esplicite le preoccupazioni per lo stato di un servizio, quello sanitario, sempre più vicino al collasso. “Ad essere penalizzata, oltre al personale è anche, e soprattutto, l’utenza – afferma il presidente Anap, Giampaolo Palazzi – nelle sue componenti più deboli, anziani e indigenti, che risentiranno maggiormente della riduzione dei servizi; cosa, peraltro, che avrà come contraltare un maggiore affidamento degli stessi ai privati, con evidente aggravio di oneri sia per lo Stato che per i cittadini. A ciò si aggiunge la preoccupazione per la prossimità della scadenza del 25 ottobre, giorno dal quale, in esecuzione della Direttiva Europea 2011/24, i pazienti della UE potranno liberamente scegliere dove farsi visitare, curare, operare.
La precarietà della situazione della sanità pubblica e dei suoi lavoratori, – continua il Presidente – i ritardi nell’armonizzazione del nostro sistema con quello degli altri Paesi in vista della nuova “assistenza transfrontaliera”, rischiano anche per le nostre strutture di eccellenza, di diventare un ultimo e insormontabile ostacolo per l’attuazione del diritto alla salute sancito in Costituzione. L’agitazione del personale medico, se non risolta, non solo ci preoccupa come Associazione che tutela gli interessi degli anziani, ma – conclude Palazzi – farebbe perdere al nostro Paese una possibilità concreta di business, rendendo una cattiva immagine del nostro sistema sanitario nazionale, universalmente è apprezzato per le sue eccellenze, proprio nel momento di avvio della Direttiva”.