Manifestazione Nazionale CUPLA
Anap Confartigianato – CUPLA
A Roma, al Teatro Quirino, si è tenuta il 24 settembre la Manifestazione Nazionale promossa dal CUPLA, il Comitato che raggruppa otto Organizzazioni dei pensionati del lavoro autonomo.
L’ANAP era presente con una delegazione di 80 pensionati provenienti da tutta Italia ed ha dato il suo contributo per la preparazione dell’iniziativa, che era incentrata sul tema del progressivo impoverimento dei pensionati. Lo scopo era quello di rappresentare all’opinione pubblica e ai mass media presenti le difficoltà crescenti che stanno incontrando i pensionati in questo momento particolarmente critico e di sollecitare le autorità competenti a considerare che questa parte della popolazione italiana, così consistente, non può essere penalizzata e lasciata fuori dagli interventi per il rilancio dei consumi e dell’economia.
Nel corso della Manifestazione è stata presentata la Ricerca commissionata dal CUPLA al CER (Centro Europa Ricerche) avente proprio come tema “Politiche fiscali, indicizzazione e progressivo impoverimento delle pensioni”. La Ricerca ha messo in evidenza con estrema chiarezza che, soprattutto negli ultimi anni, si sono allargate le condizioni di disagio sociale e di vera e propria povertà tra i pensionati.
Il Presidente dell’ANAP, Giampaolo Palazzi, a margine dell’iniziativa, ha citato anche i dati dell’ISTAT, dai quali si rileva che il 44% dei pensionati vive in condizioni di semi povertà con una pensione inferiore a 1.000 euro lordi mensili, mentre nell’ultimo anno è cresciuto del 22% il numero dei pensionati che sono caduti nella povertà assoluta! Il che porta ad un totale complessivo di 888.000 pensionati ultrasessantacinquenni che non dispongono dei mezzi necessari per acquistare quel minimo di beni e servizi considerati essenziali per poter vivere.
“E’ un dovere morale, oltre che costituzionale, garantire a questi pensionati il diritto di vivere con dignità, ha dichiarato Palazzi. Non c’è più tempo per indugi perché i provvedimenti finora presi, sono serviti a ben poco. Occorre che l’Italia , in ottemperanza a quanto stabilito dalla Carta Sociale Europea, adegui gradualmente i trattamenti minimi di pensione al 40% del reddito medio nazionale, cioè da 500 a 650 euro mensili. E non può essere accampata la solita scusa delle mancanza di risorse. Come dice un proverbio: se una cosa si vuole, una strada si trova.”