Sanità: il Governo cambi l’approccio del DEF 2014
I tagli evitati dal Governo sono rimandati alle Regioni?
Rispetto al piano dei trasferimenti alla sanità, preoccupano non poco le dichiarazioni rilasciate dal Ministro Padoan a margine del Consiglio dei Ministri di venerdì scorso: “non ci sono tagli specifici, ma è anche vero che le Regioni possono tagliare voci di spesa sanitaria per ridurre gli sprechi“.
Siamo quindi di fronte a un semplice rimando di un’emergenza già denunciata. E’ bene ricordare sempre e comunque come la spesa sanitaria non e’ un bancomat da cui si possono prelevare risorse per altri scopi. Al contrario saremmo di fronte a un tipico caso di ‘finanza creativa’ e sorge il dubbio – sulla base della prossima azione demandata alle Regioni – se gli stessi 80 euro in busta paga possano tradursi in aumento di costi dei servizi non solo per gli stessi lavoratori beneficiati, ma anche per le altre categorie, compresi i pensionati.
Il CUPLA (Coordinamento Unitario Pensionati Lavoro Autonomo che rappresenta oltre 5 milioni di pensionati) ricorda come il DEF 2014 preveda una spesa sanitaria, per i prossimi anni, più bassa rispetto quella del 2013 nonostante le ripetute assicurazioni del Presidente del Consiglio.
Il CUPLA guarda con grande preoccupazione alla progressiva sottrazione di risorse e di mezzi al Welfare pubblico, che ormai dura da oltre un decennio e che ha comportato il ridimensionamento delle tutele pubbliche ed il contemporaneo aumento delle spese dirette a carico dei cittadini, con immancabili risvolti sulla possibilità di molte famiglie della fascia medio-bassa della popolazione di avere i mezzi per la cura e la salvaguardia della salute, che è un interesse pubblico sancito dalla Costituzione.
Il CUPLA ribadisce il suo apporto rispetto ad un’attenta razionalizzazione della spesa sanitaria – anche con la piena attuazione del sistema dei “costi standard” – da cui possano derivare sensibili risparmi di spesa, a patto, però, che tali risparmi siano reinvestiti nel Servizio Sanitario Nazionale e destinati esclusivamente a migliorare il servizio e il livello delle prestazioni erogate. In caso contrario chi ne farebbe le spese sarebbero i cittadini, in particolare i pensionati.
Il CUPLA chiede al Governo:
- di portare avanti con concretezza e determinazione il piano volto a “territorializzare” il servizio, restituendo ai medici di base un ruolo primario con la costituzione sul territorio dei pool di medici multi disciplinari, assicurando l’assistenza h24 (il che, tra l’altro, farebbe diminuire il ricorso al pronto soccorso);
- di potenziare i servizi socio-assistenziali, in particolare i servizi di assistenza domiciliare, dando applicazione completa alla legge 328/2000;
- di puntare sulla prevenzione, come del resto già nelle linee guida del Ministro della Sanità.