Per l’accesso alle Terapie Intensive l’età può avere un ruolo nella valutazione globale della persona malata solo a parità di altre condizioni. E’ quanto precisato nel Documento finale di anestesisti e medici legali.
Il pericolo di una terza ondata della pandemia di Covid 19, le variabili del virus più aggressive di quello originale, i ritardi nel piano di vaccinazione sono tutti elementi che destano preoccupazioni per quanto riguarda la sostenibilità in futuro delle terapie intensive nel nostro Paese. La situazione del resto è già allarmante. Come sottolineato dallo stesso Ministero della Salute infatti sono sempre molto elevati, nonostante tutte le misure prese per contenere il contagio, i ricoveri nelle terapie intensive.
Di particolare interesse è in questa ottica il Documento finale di anestesisti e medici legali “decisioni per le cure intensive in caso di sproporzione tra necessità assistenziale e risorse disponibili in corso di pandemia di Covid-19”.
Nel Documento vengono riaffermati i principi etici e giuridici alla base del Sistema Sanitario Nazionale (SSN): diritto alla salute, principio di uguaglianza e pari dignità sociale, dovere di solidarietà, universalità ed equità, rispetto dell’autodeterminazione.
Obiettivo generale del Documento è quello di offrire ai professionisti sanitari uno strumento idoneo a rispondere in modo appropriato alla pandemia di Covid-19, nel caso in cui si verificasse uno squilibrio tra domanda di assistenza sanitaria e risorse disponibili, con particolare riferimento alle cure intensive.
E purtroppo, a questo riguardo, dobbiamo constatare che non tutte le Regioni hanno provveduto ancora ad ampliare le disponibilità al riguardo. La valutazione del caso dovrà procedere basandosi sulla valutazione globale di ogni singola persona malata attraverso i seguenti parametri:
- numero e tipo di comorbilità;
- stato funzionale pregresso e fragilità rilevanti rispetto alla risposta alle cure;
- gravità del quadro clinico attuale;
- presumibile impatto dei trattamenti intensivi, anche in considerazione dell’età del o della paziente;
- volontà della persona malata riguardo alle cure intensive, che dovrebbe essere indagata prima possibile nella fase iniziale del triage.
Naturalmente sono esclusi il criterio cronologico (ordine di arrivo) e quello casuale (sorteggio) in quanto non eticamente sostenibili.
Il Documento precisa inoltre che l’età deve essere considerata nel contesto della valutazione globale della persona malata. Solo a parità di altre condizioni, l’età può avere un ruolo nella valutazione globale della persona malata, in quanto con l’aumentare dell’età si riducono le probabilità di risposta alle cure intensive.
Da sempre l’Anap si è battuta perché gli anziani non fossero penalizzati nell’accesso a questo tipo di cure, come purtroppo in Italia da alcuni veniva ventilato e come in alcuni Stati europei è stato addirittura sancito nei loro protocolli!
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