Necessarie Raccomandazioni ai Paesi membri per una società per tutte le età.
L’autunno è tradizionalmente il periodo in cui si prendono in tutti i Paesi europei importanti decisioni di carattere economico, produttivo e sociale. In Italia, come sappiamo, il Parlamento discute ed approva entro il 31 dicembre la Manovra finanziaria per l’anno successivo, costituita essenzialmente dalla Legge di Bilancio e dai provvedimenti ad essa collegati. In Europa questo importante processo è chiamato “Semestre Europeo” ed è volto a creare sinergie tra le politiche economiche e sociali dei paesi dell’UE attraverso il coordinamento tra le politiche adottate dai singoli Paesi europei e le Raccomandazioni della Commissione Europea.
AGE Platform Europe, la piattaforma a cui partecipa l’ANAP Confartigianato arriva alla conclusione che, nonostante alcune – timide – misure positive, le proposte e le Raccomandazioni avanzate dalla Commissione europea non riescono ad essere incisive e a sfruttare appieno il potenziale dell’invecchiamento della popolazione.
Con la collaborazione delle Organizzazioni che ne fanno parte, AGE Platform ha analizzato il processo del Semestre Europeo nel 2023 da un punto di vista nazionale ed europeo. Tale analisi ha posto in esame in che misura le Raccomandazioni formulate dalla C.E. per dodici Stati membri dell’UE sono in linea con la necessità di adattare le politiche pubbliche per l’invecchiamento della popolazione dell’UE.
Il 2023 è il primo anno dalla pandemia di Covid-19 in cui gli Stati membri hanno ricevuto Raccomandazioni sulle politiche sociali e occupazionali. Da allora sono state fatte molte dichiarazioni importanti a livello dell’UE, come l’adozione delle conclusioni del Consiglio sull’integrazione dell’invecchiamento e sui diritti umani degli anziani, il piano d’azione sul Pilastro europeo dei diritti sociali e la strategia dell’UE in materia di assistenza. Con l’impennata del costo della vita nel 2022 e nel 2023, alla pandemia si è aggiunta un’altra crisi ad alto impatto sociale.
Si sperava quindi che alcune importanti priorità sociali, come lo sviluppo di servizi di assistenza territoriale e a lungo termine, l’adeguatezza delle pensioni e dei redditi minimi, l’occupazione delle persone anziane e i servizi sanitari preventivi, costituissero parti fondamentali delle Raccomandazioni di quest’anno.
In realtà, alcune delle misure indicate nelle Raccomandazioni vanno nella giusta direzione, come ad esempio una forte attenzione all’apprendimento permanente, anche per gli anziani. Anche le misure assunte dai vari Governi a sostegno delle persone colpite dalla crisi del costo della vita sono da considerarsi positive nel semestre europeo, anche se va sottolineato che esse non erano sufficientemente mirate ai più vulnerabili e agli anziani.
Tra le carenze delle Raccomandazioni U.E., riteniamo che l’assistenza sanitaria e a lungo termine rimangano in gran parte assenti dalle proposte politiche del semestre. L’invecchiamento è ancora in gran parte visto come un costo, non come la opportunità di poter sfruttare positivamente la maggiore longevità delle persone. Qui occorrono migliori investimenti sociali, mentre invece le regole europee sulla spesa pubblica attualmente non in linea con questo scopo.
Con il ritorno dell’inflazione, dobbiamo garantire che i sistemi pensionistici integrino adeguatamente i cambiamenti necessari per vivere dignitosamente in età avanzata.
Infine, il processo del semestre europeo non è sufficientemente inclusivo. Le organizzazioni nazionali della società civile spesso non sono invitate ai tavoli per discutere le riforme nazionali e le esigenze dei diversi gruppi della società che rappresentano.
Pertanto, AGE Platform chiede alla Commissione Europea di rendere il ciclo 2024 più inclusivo, proattivo e positivo per il passaggio urgentemente necessario verso politiche per tutte le età. Ciò è tanto più importante in quanto il 2024 è un anno elettorale per le istituzioni dell’UE e i cittadini devono sentire che l’UE affronterà le questioni che li preoccupano di più.
Scendendo alla valutazione di AGE Platform riguardo alle Raccomandazioni nazionali fatte dalla C.E. specifiche per paese e ai Rapporti nazionali, nella parte che concerne l’Italia si fanno le seguenti osservazioni (Contributo di ANAP l’Associazione Nazionale Anziani e Pensionati Confartigianato e Older Women’s Network Europe).
“Nel Country Report e nelle Raccomandazioni specifiche per l’Italia le tematiche degli anziani non sono adeguatamente affrontate o vengono addirittura ignorate. Le Raccomandazioni si concentrano principalmente sulla situazione macroeconomica, sulla necessità di evitare pesanti oneri di debito pubblico e di favorire la produttività. Tuttavia, poiché l’aumento della spesa pubblica è legato all’invecchiamento, escludere le tematiche degli anziani dalle Raccomandazioni è controproducente.
Le principali questioni sulle quali il Consiglio UE dovrebbe maggiormente soffermare la sua attenzione e dare Raccomandazioni all’Italia sono le seguenti.
- L’Italia è uno dei Paesi al mondo con il più alto numero di anziani in rapporto alla popolazione totale, quindi dovrebbero essere adottate politiche per utilizzare maggiormente il contributo attivo che gli anziani possono dare alla società e contemporaneamente preservare il più a lungo possibile il loro stato partecipativo. Invece questo non avviene e non si fanno adeguate politiche per l’invecchiamento attivo. Né si fanno politiche di formazione per poter utilizzare meglio le conoscenze e gli apporti degli anziani nella parte finale della vita lavorativa o dopo il pensionamento.
- Il sistema automatico di rivalutazione delle pensioni non è adeguato e le pensioni, specialmente in un periodo di inflazione alta come quello che stiamo vivendo, stanno perdendo potere di acquisto. Aumenta il numero dei pensionati che sono al di sotto della soglia di povertà e di quelli che non riescono ad affrontare le spese quotidiane per i servizi, la casa, il cibo, la salute.
- In Italia il servizio sanitario pubblico è in grandi difficoltà a causa del finanziamento pubblico che si riduce in rapporto al PIL, la carenza di personale medico e di infermieri, le lunghe attese per effettuare visite o prestazioni diagnostiche. L’alternativa è rivolgersi alle strutture private, ma spesso gli anziani, se a basso reddito, debbono rinunciare a curarsi.
- La pandemia da COVID-19 ha messo a nudo le carenze del sistema sanitario italiano nell’assistenza sul territorio. È necessario investire risorse per le strutture e il personale sanitario.
- Carenze ci sono anche per l’assistenza di persone affette da malattie degenerative mentali, quali la demenza o l’Alzheimer.
In Italia c’è un grande problema di long term care e di assistenza alle persone anziane non autosufficienti, in un Paese in cui ancora non esiste una legge specifica ed organica in materia. Una legge di riforma è stata approvata a marzo 2023, ma essa è priva di finanziamenti”.
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