A 20 anni dalla promulgazione dell’art. 25 della Carta dei Diritti Fondamentali dell’UE, che riconosce “il diritto degli anziani a condurre una vita dignitosa e indipendente e a partecipare alla vita sociale e culturale”, la Società Italiana di Geriatria e Gerontologia (SIGG) e la Società Italiana di Geriatria Ospedale e Territorio (SIGOT) hanno aderito alla campagna mondiale contro la discriminazione nei confronti degli anziani promossa dalla Società Scientifica francese di Geratria e Gerontologia (SFGG), in collaborazione con le società di geriatria europee, americane e asiatiche.
Con lo slogan “Old Lives Matter” (Le vite degli anziani contano), che riprende quello diffuso ormai a livello mondiale “Black Lives matter” (Le vite dei neri contano), parte dal 14 settembre una campagna di sensibilizzazione per raccontare con tre video multilingue cosa significhi la discriminazione per gli over65.
In termini tecnici si chiama ageismo e indica la discriminazione nei confronti di una persona in base alla sua età, in particolare verso gli anziani, un fenomeno sempre più diffuso e comune che, a differenza di sessismo e razzismo, non è punito dalla legge.
Secondo uno studio condotto a livello europeo, il 28% degli anziani ha riferito episodi di intolleranza, addirittura più di coloro che subiscono atti di sessismo (22%) e razzismo (12%). In uno dei settori che riguarda gli aspetti principali della vita della persona anziana, ossia quello della sanità, il 30% degli over-60 ha dichiarato di essere trattato in modo ingiusto a causa dell’età. Per questo, in occasione della celebrazione dei 20 anni della Carta Europea dei diritti fondamentali, la SIGG e la SIGOT, insieme a 42 organizzazioni di 29 Paesi, hanno lanciato una serie di iniziative per sensibilizzare i cittadini, il mondo sanitario, le Istituzioni e i media.
Un esempio di Ageismo?
Può essere quello del pronto soccorso che ha rifiutato di accogliere gli anziani nel pieno dell’epidemia di Covid-19; oppure delle strutture ospedaliere che non hanno lasciato morire gli anziani affetti da Covid nei reparti ordinari senza assicurare loro le terapie intensive; o la perpetua denigrazione degli anziani a causa della loro inabilità nell’uso delle nuove tecnologie; oppure ancora la parola “anziano” usata per indicare qualcuno che non è in grado di badare a sé stesso facendolo sentire immediatamente un peso per società.
Il culto della giovinezza si contrappone alla demonizzazione senza fine della vecchiaia. La maggior parte delle persone non è conscia di contribuire alla diffusione di stereotipi nei confronti degli anziani che tuttavia li distrugge lentamente: uno studio riportato dalla Società francese di Gerontologia e Geriatria ha dimostrato che le persone esposte a un comportamento negativo nei riguardi dell’invecchiamento vivono in media sette anni e mezzo in meno rispetto alle altre.
La campagna informativa partita il 14 settembre intende portare il tema della discriminazione nei confronti degli anziani all’attenzione dell’opinione pubblica, grazie alla diffusione di tre video disponibili in tutte le lingue ideati da Jean-Paul Lilienfeld (regista de “La Journée de la Jupe” (2010) con Isabelle Adjani, che ha ricevuto il Cesar per il suo ruolo) che racconta 3 casi di razzismo ordinario e universale con un tono insolito.
A partecipare sono le Società Geriatriche e Gerontologiche di Algeria, Armenia, Belgio, Bielorussia, Bolivia, Olanda, Svizzera, Grecia, Finlandia, Malta, Thailandia, Francia, Italia, Spagna, Portogallo, Ungheria, Brasile, Filippine, Cile, Islanda, Lituania, Russia, Serbia, Turchia, Senegal, Marocco, Tunisia, Repubblica Ceca.
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