L’Agenda 2030, adottata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, è costituita da 17 Obiettivi finalizzati all’eliminazione della povertà, alla protezione del pianeta e al raggiungimento di una prosperità diffusa. Gli obiettivi fanno riferimento a diversi domini dello sviluppo sociale ed economico e vengono affrontati attraverso un approccio integrato, finalizzato a realizzare un progresso sostenibile. La Commissione Statistica delle Nazioni Unite ha adottato un sistema di indicatori che vede al suo interno sia indicatori consolidati e disponibili per la gran parte dei Paesi sia indicatori che non vengono correntemente prodotti o che non sono stati ancora definiti in tutti i dettagli a livello internazionale.
L’Istat, come gli altri istituti nazionali di statistica, ha il compito di costruire l’informazione statistica necessaria al monitoraggio dell’Agenda 2030 per il nostro Paese e a contribuire alla realizzazione di questo progetto globale. Pertanto, a partire da dicembre 2016 ha iniziato a rendere disponibili con cadenza semestrale gli indicatori per l’Italia sulla piattaforma informativa dedicata agli SDGs, accessibile da www.istat.it.
Quest’anno, insieme al nuovo rilascio annuale, è pubblicato il secondo Rapporto SDGs 2019. Informazioni statistiche per l’Agenda 2030 in Italia. Il Rapporto propone un ulteriore ampliamento del panorama degli indicatori: gli indicatori UN-IAEG-SDGs sono ora 123, per un totale di 303 misure statistiche nazionali (di cui 273 diverse), tutte disponibili sul sito istat.it. In questa occasione, in applicazione del principio “no one left behind”, è stata dedicata particolare attenzione all’ampliamento delle possibili disaggregazioni per genere, cittadinanza, presenza di limitazioni (disabilità) e livello territoriale. In particolare, per 175 misure statistiche è stato possibile fornire in uno specifico capitolo anche le disaggregazioni regionali.
Al fine di dar conto della complessità intrinseca dello sviluppo sostenibile, nel Rapporto è tracciata anche un’analisi relativa ai legami tra obiettivi, sotto-obiettivi e indicatori. Si tratta di un lavoro in continua evoluzione, che tiene conto dei miglioramenti nella produzione delle misure statistiche nell’ambito del Sistema Statistico nazionale e della progressiva estensione e articolazione dell’attività di “mappatura” degli indicatori proposti da UN-IAEG-SDGs.
Focus su povertà o esclusione sociale: Secondo l’Istat tra i principali risultati rilevati in Italia per quanto riguarda il primo obiettivo, tra il 2016 e il 2017 la povertà o esclusione sociale diminuisce in Italia e in Europa ma coinvolge ancora il 22,4% della popolazione (113 milioni di individui). In Italia, la popolazione a rischio di povertà o esclusione sociale è pari al 28,9% (circa17 milioni e 407 mila individui), in diminuzione rispetto al 30% toccato nell’anno precedente. L’indicatore di povertà o esclusione sociale considera diverse dimensioni e corrisponde alla quota di persone che presentano almeno una delle seguenti situazioni:
- sono a rischio di povertà di reddito;
- sono gravemente deprivate materialmente;
- vivono in famiglie con una intensità lavorativa molto bassa. In Italia, la povertà di reddito riguarda il 20,3% della popolazione. Questo valore è sostanzialmente stabile rispetto al 20,6% del 2016. Si trova in grave deprivazione materiale il 10,1% della popolazione, quota più bassa di 2 punti nel confronto con l’anno precedente. La quota di coloro che vivono in famiglie con una intensità di lavoro molto bassa è invece dell’11,8%, in diminuzione dal 12,8% del 2016. Le disparità regionali sono molto ampie, sia per l’indicatore composito sulla povertà o esclusione sociale, sia per le tre misure che lo compongono. Il Mezzogiorno presenta i valori più alti per tutti e quattro gli indicatori. Il rischio di povertà o esclusione sociale riguarda il 44,4% degli individui residenti in questa area del Paese contro il 18,8% del Nord. Se si considerano gli occupati che vivono in condizione di povertà reddituale, l’Italia è quintultima tra le nazioni della Ue con il 12,2% degli occupati a rischio di povertà nel 2017. La quota relativa al Nord Italia è passata dal 4,5% del 2004 al 6,9% del 2017; quella del Mezzogiorno, già molto elevata, è salita dal 19,2% al 22,8% mentre al Centro Italia è quasi raddoppiata (dal 5,9% all’11,2%). Nel 2017 gli individui in povertà assoluta si stima siano 5 milioni e 58mila (8,4%). Le condizioni dei minori rimangono critiche: tra di loro, i poveri assoluti sono infatti il 12,1%.
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