Il malato di Alzheimer ricoverato in RSA che necessita di prestazioni sanitarie non deve pagare la retta che dev’essere a carico del Servizio Sanitario Nazionale. A conferma di questo principio, è stata emanata una sentenza della Cassazione.
Tutto è iniziato con il ricorso presentato da una signora romana, che, suo malgrado, aveva deciso di far ricoverare il padre, malato i Alzheimer in una residenza sanitaria assistenziale. Nel suo ricorso la donna ha chiesto un risarcimento pari all’ammontare delle spese sostenute per le rette della clinica (13.000 euro). Il Tribunale di Roma ha accolto la sua richiesta e ha condannato la Regione Lazio anche a liquidare gli interessi. Per i giudici, infatti, le spese per servizi forniti ai pazienti affetti da Alzheimer devono essere configurate come prestazioni di “carattere sanitario”, un impegno economico a carico del Servizio sanitario nazionale.
La decisione del Tribunale si basa su una sentenza di piazza Cavour, che ha stabilito l’impossibilità di distinguere, in caso di Alzheimer, tra “le quote di natura sanitaria (a carico della Regione) e quelle di natura assistenziale (a carico dei pazienti), stante la stretta correlazione, con netta prevalenza delle prime”. Dunque i costi del soggiorno in Rsa, in questo caso, sono totalmente a carico dello Stato.
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