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Degli sprechi nella sanità se ne è parlato da tempo fino alla noia. E che gli sprechi derivino, in buona misura, anche da fatti corruttivi non vi è alcun dubbio. Per questo, come Anap abbiamo appreso con soddisfazione del manuale delle procedure anticorruzione che il Ministero della Salute metterà a disposizione delle singole realtà  sanitarie per combattere e prevenire il fenomeno.

Mai come in questo settore possiamo dire che prevenire è meglio che curare” ha detto il Ministro della Salute Lorenzin in conferenza stampa il 6 novembre 2015 nel presentare – insieme al Presidente dell’A.Na.C Raffaele Cantone – la sezione Sanità del Piano Nazionale per la Prevenzione della Corruzione (PNA).

Il documento, ha proseguito il Ministro, “è il frutto del lavoro fra Agenas e Anac per fare prevenzione della corruzione all’interno delle strutture pubbliche che gestiscono la sanità. Sono evidenti le motivazioni della particolare sensibilità del settore: da noi passano 111 miliardi di euro ripartiti fra le Regioni, la seconda voce di spesa pubblica dopo le pensioni. E’ chiara l’ importanza che ogni euro venga utilizzato a beneficio dei cittadini: no a sprechi o a malagestione che può dare origine a illeciti di varia natura, inclusa la corruzione”.

Il Ministero sta lavorando già da tempo su questo tema, ha ricordato Lorenzin: “Stiamo attuando l’idea della rotazione dei dirigenti, promuoviamo ovunque sia possibile la trasparenza dei dati, strumento formidabile anticorruzione. In Stabilità c’è una norma che prevede la pubblicazione obbligatoria dei bilanci delle aziende ospedaliere, una che vieta la proroga degli appalti e si va verso la centralizzazione degli acquisti e prezzi ‘ benchmark’.

A luglio, inoltre, è passata la norma per la meritocrazia nella nomina dei manager delle Asl. Oggi infine – conclude il ministro – è stato approvato un decreto che ha esteso le norme anticorruzione alle strutture sanitarie private accreditate, per mantenere efficiente il servizio”.

La sezione con l’analisi del rischio corruzione in sanità è contenuta nell’aggiornamento del Piano nazionale per la prevenzione della corruzione (delibera Anac del 28 ottobre 2015) ed è stata definita  da Ministero della SaluteAnac e Agenas.

“Questo documento è il frutto del lavoro dei mesi precedenti ed è una piccola rivoluzione copernicana – ha affermato il presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione Raffaele Cantone – L’attuale Piano in vigore è del 2013 – ha ricordato – e per il 2016 abbiamo previsto un’ integrazione attraverso una nuova strada: abbiamo fatto noi un’analisi di rischio indicando specifiche aree di attenzione. Ad esempio il problema delle liste di attesa, o del sistema di gestione dei decessi in ambiente ospedaliero, o ancora del rapporto fra soggetti che operano nel settore sanitario e mondo farmaceutico”.

Il documento è  rivolto alle aziende sanitarie pubbliche e agli enti assimilati che costituisce, insieme a tutti gli altri interventi di settore, una base per costruire un’ amministrazione sanitaria trasparente e responsabile.

Il documento si compone, di una prima parte che estende alcune aree di “rischio generale”, prevedendo per la sanità indicazioni specifiche a supporto del management delle aziende, quali contratti pubblici; incarichi e nomine; gestione delle entrate, delle spese e del patrimonio; controlli, verifiche e ispezioni.

Il documento fornisce inoltre chiare indicazioni su ulteriori aree “a rischio specifico”, alle quali rivolgere la massima attenzione anche per i risvolti direttamente collegati alla percezione della qualità dei servizi da parte dei cittadini, allo sviluppo della ricerca e dell’ innovazione in sanità e per l’ importanza che le azioni suggerite rivolgono in tema di lotta agli sprechi e di recupero della fiducia del cittadino: attività libero professionale e liste di attesa; rapporti contrattuali con privati accreditati; farmaceutica; dispositivi e altre tecnologie; ricerca, sperimentazioni e sponsorizzazioni; attività conseguenti al decesso in ambito intraospedaliero.

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