In Italia il peso dell’assistenza agli anziani con malattie croniche o rare ricade interamente sulle famiglie, che in media dedicano al familiare anziano più di 5 ore al giorno e arrivano a spendere 14mila euro l’anno tra supporto assistenziale integrativo, farmaci non rimborsati, parafarmaci, visite ed esami. E’ il quadro che emerge dall’XI Rapporto sulle politiche della cronicità presentato da Cittadinanzattiva-Tribunale diritti del malato.
Un impegno che ha anche delle conseguenze sul piano lavorativo. Come riferisce il 93% delle associazioni interpellate, i familiari infatti non riescono a conciliare l’orario lavorativo con le esigenze di assistenza, e nel 53,6% dei casi si sono ricevute segnalazioni di licenziamenti, mancati rinnovi o interruzioni del rapporto di lavoro. Pesante anche l’onere economico: le famiglie mediamente spendono in un anno 8.488 euro per il supporto assistenziale integrativo alla persona, 1.127 euro per farmaci non rimborsati dal Ssn, 1.297 euro per l’acquisto di parafarmaci, 3.178 euro per visite, esami o attività riabilitativa a domicilio. Praticamente quasi il doppio della cifra percepita come indennità di accompagnamento.
La retta delle strutture residenziali o semiresidenziali è invece di 13.946 euro. Al momento delle dimissioni le famiglie si trovano sostanzialmente a fare tutto. Il 76% delle associazioni segnala la mancata attivazione dell’assistenza domiciliare contestualmente alle dimissioni. Per il 70,3% delle associazioni il medico di medicina generale non si integra con lo specialista, mentre per il 59,2% non informa paziente e familiari sulla corretta gestione della patologia. Per il 72,4% delle associazioni inoltre il medico di medicina generale non svolge la funzione di coordinamento degli interventi tra i professionisti coinvolti, mentre il 46,4% riferisce che questi presta poca attenzione alla rilevazione del dolore.
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