Come avevamo già annunciato la Corte Costituzionale, con sentenza del 24 giugno 2020, ha ritenuto che i 285,66 euro mensili, previsti dalla legge per le persone totalmente inabili al lavoro per effetto di gravi disabilità, non siano sufficienti a soddisfare i bisogni primari della vita. Pertanto verrebbe violato il diritto al mantenimento che l’articolo 38 della Costituzione garantisce agli inabili.
Con tale decisione la Corte ha dunque affermato la necessità di assicurare degli aumenti agli inabili, ed in modo particolare il diritto al cosiddetto “incremento al milione” (pari a 516,46 euro) da tempo riconosciuto, per vari trattamenti pensionistici, dall’articolo 38 della legge n. 448 del 2001.
Tra le tante novità apportate dal Decreto Rilancio, convertito in legge recentemente dal Parlamento, emerge l’introduzione di un articolo che istituisce un fondo nello stato di previsione del Ministero del lavoro e delle politiche sociali con una dotazione iniziale pari a 46 milioni di euro per l’anno 2020, che servirà proprio ad aumentare le pensioni di invalidità. Con tale previsione, viene dunque data una forte accelerazione alla decisione della Corte Costituzionale. Gli aumenti, tuttavia, non riguarderanno indistintamente tutte le pensioni, in quanto dovranno essere assicurati una serie di requisiti, anche reddituali.
In particolare gli aumenti, saranno erogati a tutti gli invalidi civili totali (di cui all’articolo 12, primo comma, della legge 118/1971) che abbiano compiuto i 18 anni e che non abbiano redditi su base annua pari o superiori a 6.713,98 euro.
Nulla cambia, dunque, per invalidi non al 100% o per coloro che abbiano redditi superiori a tale soglia, a meno che non venga successivamente data una diversa interpretazione.
Per quanto riguarda l’operatività della maggiorazione sociale per i trattamenti di invalidità civile, al momento non vi sono certezze. Indubbiamente l’idea di fondo resta quella di provvedere in tempi stretti, come dimostra la scelta di provvedere in materia già con il Decreto Rilancio.
Gli aumenti potrebbero partire già dal mese di agosto, o meglio, avere effetto da tale data, ma non vi è ancora nulla di confermato. A questo proposito va infine rammentato che la sentenza della Corte Costituzionale non avrà effetto retroattivo e dunque le novità troveranno applicazione soltanto per le future erogazioni.
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