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Conguaglio IRPEF pensioni: ad agosto cedolini più ricchi per alcuni pensionati

Con il cedolino mensile di agosto l’Inps effettua i primi conguagli relativi alla dichiarazione dei redditi 2024 per i pensionati che hanno portato nel 730 spese in detrazione effettuate nel 2023 e che risultavano in credito. L’accredito a titolo di rimborso fiscale Irpef su determinate spese, comunque, non arriverà per tutti ad agosto, ma seguirà l’ordine di invio delle dichiarazioni all’Agenzia delle Entrate.

Ricordiamo alcune tipologie di spese che sono detraibili e rientrano nel conguaglio:

  • spese mediche generiche, specialistiche, sanitarie, veterinarie;
  • spese sostenute per l’assistenza di persone non autosufficienti, che sono deducibili fino a un importo massimo di 2.100 euro;
  • compensi pagati a badanti, infermieri e altri professionisti che offrono assistenza domiciliare, ma anche altre attività svolte in un centro specializzato;
  • interessi passivi sui mutui;
  • spese di ristrutturazione edilizia o di efficientamento energetico.

La detrazione per l’assistenza personale può essere operata anche dagli altri familiari (coniuge, figli naturali, legittimi, adottivi o, in loro mancanza, familiari prossimi).

Tra le spese sanitarie deducibili rientrano anche quelle relative a una persona deceduta, se sostenute dagli eredi dopo il suo decesso.

Per conoscere in anticipo l’importo della pensione, basterà accedere sul sito dell’Inps con le proprie credenziali Spid, Cie o Csn, cercare il servizio chiamato “Fascicolo Previdenziale del Cittadino” e guardare i dettagli della pensione.

Pensionamenti: possibilità di riscattare fino a 5 anni di contributi per anticipare il diritto a pensione e incrementare l’assegno

La Legge di Bilancio in vigore dal primo gennaio 2024 ha reintrodotto per il biennio 2024/2025 l’istituto della “Pace contributiva”, rivolto a coloro che non hanno contributi precedenti al primo gennaio 1996. Tale misura offre ai lavoratori la possibilità di aggiungere fino a 5 anni alla propria carriera contributiva tramite il riscatto di periodi non coperti da contribuzione.

La misura si rivolge a tutti i contribuenti iscritti all’Assicurazione generale obbligatoria (Ago), alle sue forme sostitutive ed esclusive, alle gestioni speciali dei lavoratori autonomi, commercianti e artigiani, nonché agli iscritti alla Gestione separata. È essenziale, tuttavia, che i periodi da riscattare non siano già coperti da contribuzione non solo nella cassa specifica, ma anche in altri fondi previdenziali.

Il periodo non coperto da contribuzione può essere ammesso a riscatto nella misura massima di 5 anni, anche non continuativi, e deve collocarsi in epoca successiva al 31 dicembre 1995 e precedente al primo gennaio 2024, data di entrata in vigore della legge n. 213 del 2023 (Legge di Bilancio).

I periodi riscattati vengono considerati sia ai fini dell’acquisizione del diritto alla pensione, sia per il calcolo dell’assegno pensionistico.

Per quanto concerne la quantificazione dell’onere di riscatto, la disposizione contenuta nella legge di bilancio 2024 stabilisce che lo stesso venga determinato in base al metodo di calcolo “a percentuale”, previsto per il sistema contributivo e applicando le aliquote contributive di finanziamento per l’invalidità, vecchiaia e superstiti (IVS) vigenti nella gestione assicurativa presso la quale si presenta la domanda, sull’imponibile degli ultimi 12 mesi precedenti la data della domanda.

Per il versamento dell’onere da riscatto è previsto sia il pagamento in un’unica soluzione dell’intera cifra o una rateizzazione fino ad un massimo di 120 rate mensili, ciascuna di importo non inferiore a 30 euro, senza applicazione di interessi. Tuttavia, la rateizzazione non può essere concessa se i contributi da riscatto devono essere utilizzati per la immediata liquidazione di una pensione diretta o indiretta. Per fruire della nuova misura è necessario presentare richiesta entro il 31 dicembre 2025.

Osservatorio dell’INPS: diminuiscono pensioni di anzianità e pensioni femminili

L’INPS ha pubblicato i dati dell’Osservatorio sul monitoraggio dei flussi di pensionamento, relativamente alle pensioni con decorrenza nel 2023 e nel primo semestre 2024.

Il totale delle pensioni con decorrenza nel 2023 è di 832.900, per un importo medio mensile alla decorrenza di 1.201 euro. Quelle con decorrenza nel primo semestre 2024 sono state 376.919, per un importo medio di 1.197 euro. Tali valori si riferiscono alle pensioni di vecchiaia, agli assegni sociali, alle pensioni anticipate, a quelle di invalidità e a quelle ai superstiti delle gestioni considerate.

Per quanto riguarda le singole categorie:

  • le pensioni con decorrenza 2023 sono state: 318.866 pensioni di vecchiaia (compresi gli assegni sociali), 228.570 pensioni anticipate, 56.975 pensioni di invalidità e 228.489 pensioni ai superstiti;
  • le pensioni con decorrenza primo semestre 2024: 152.641 vecchiaia, 99.707 anticipate, 22.730 invalidità e 101.841 superstiti.

Analizzando le singole gestioni, il FPLD ha totalizzato 357.522 pensioni nel 2023 e 167.770 nel primo semestre 2024; seguono la gestione dipendenti pubblici con rispettivamente 131.823 e 44.817, artigiani (90.483 e 41.914), commercianti (79.930 e 35.942), parasubordinati (45.150 e 20.798) e coltivatori diretti, coloni e mezzadri (36.647 e 15.897). Gli assegni sociali sono stati 91.345 nel 2023 e 49.781 nel primo semestre 2024.

In tutte le gestioni, ad eccezione degli Assegni Sociali, si registra un numero più basso di liquidazioni di pensioni nei primi sei mesi del 2024 rispetto ai corrispondenti mesi del 2023.

Dall’analisi degli indicatori statistici si osserva che:

  • il rapporto tra le pensioni di invalidità e quelle di vecchiaia nei primi sei mesi del 2024 è diminuito di 3 punti percentuali rispetto al precedente anno;
  • le pensioni anticipate rispetto a quelle di vecchiaia per il totale delle gestioni risultano più basse nei primi sei mesi del 2024 rispetto all’anno 2023, scendendo del 3% in più rispetto a quelle di vecchiaia;
  • la percentuale delle pensioni femminili su quelle maschili presenta nei primi sei mesi del 2024 un valore inferiore a quello del 2023.
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