Senza voler creare allarmismi, non vi è dubbio che l’anziano è il paziente più a rischio in rapporto all’epidemia che si sta sviluppando anche nel nostro Paese. Per questo, la Società Italiana di Geriatria e Gerontologia ha deciso di fornire dei consigli per suggerire cautele e precauzioni.
“In chi ha più di 65 anni l’infezione da coronavirus può essere più aggressiva perché la senescenza del sistema immunitario e le malattie croniche espongono l’anziano a un rischio non di maggior contagio, ma di sviluppare un’infezione decisamente più grave – spiega Raffaele Antonelli Incalzi, presidente della Società”.
Ed ecco in dettaglio i consigli:
- Dare ascolto solo alle fonti ufficiali, cioè alle comunicazioni e disposizioni ministeriali. Va ignorato qualunque richiamo a supposti strumenti preventivi o terapeutici ad hoc
- È comunque opportuno non esporsi al freddo, che facilita la diffusione del virus
- È bene conoscerne i sintomi, non per essere presi dalla paura, ma per valutarli razionalmente. Febbre, astenia con eventuali dolori muscolari e tosse secca sono i sintomi classici. L’impronta prettamente respiratoria (affanno e tosse con catarro) non è comune all’esordio, lo diviene tardivamente. Trattandosi di sintomi condivisi con altre malattie, infettive e non, è bene non allarmarsi, consultare il proprio medico e fare un’attenta analisi dei contatti
- Bisogna aderire scrupolosamente a qualunque misura suggerita dal Ministero della Salute e dal medico, anche se limitativa delle attività personali. Eventuali protezioni, se suggerite, andranno applicate, ricorrendo solo a quelle specificamente certificate.
- È particolarmente importante per gli anziani limitare le occasioni di contagio e avere una elevata soglia di attenzione ai sintomi iniziali; febbre, astenia e mialgie (sindrome dolorosa a carico di uno o più muscoli o gruppi muscolari), tosse secca. Tra questi dominanti sono i primi due.
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