Con l’arrivo dei primi freddi, puntualmente, si registra una progressiva ripresa della circolazione virus Covid-19. Pur essendo il numero dei casi rilevati dalle statistiche ufficiali largamente sottostimato a causa del largo uso dei test fai-da-te che si comprano in farmacia ed anche nei supermercati, i contagi nell’arco di 15 giorni sono più che raddoppiati aumentato da 26.855 a 52.175 (+94,3%) e il tasso di positività dei tamponi (quelli ufficiali) è vicino a 100 casi per 100 mila abitanti. D’altra parte, che i casi siano in forte aumento lo verifichiamo tutti noi attraverso conoscenze dirette di persone che sono affette.
Secondo l’ultimo aggiornamento nazionale fatto dall’Istituto Superiore di Sanità e i rilievi effettuati dalla Fondazione GIMBE, l’incidenza del Covid aumenta progressivamente con l’età: da 16 casi per 100 mila abitanti nella fascia 10-19 anni a 177 per 100 mila abitanti nella fascia 80-89 anni, fino a 221 per 100 mila abitanti negli over 90.
Dopo un mese di stabilità, i posti letto occupati da pazienti COVID-19 sono aumentati in area medica del 58,1% e in terapia intensiva del 71,7%. Anche se i numeri in terapia intensiva non sono eclatanti, in quanto oggi l’infezione da SARS-CoV-2 solo raramente determina quadri severi, l’incremento dei posti letto occupati in area medica è dovuto soprattutto alle persone anziane, fragili e con patologie multiple, soggetti nei quali l’infezione può aggravare lo stato di salute e peggiorare la prognosi delle malattie concomitanti. Infatti, il tasso di ospedalizzazione in area medica cresce con l’aumentare dell’età: in particolare, passa da 39 per milione di abitanti nella fascia 60-69 anni a 112 per milione di abitanti nella fascia 70-79 anni, a 271 per milione di abitanti nella fascia 80-89 anni e a 421 per milione di abitanti negli over 90.
Secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità, il numero dei decessi è raddoppiato nelle ultime 4 settimane e, come è successo anche in precedenti ondate di Covid, questi riguardano quasi esclusivamente gli over 80. Infatti, a fronte di un tasso generale di mortalità di 3 decessi per milione di abitanti, sono 23 per milione di abitanti i decessi nella fascia 80-89 anni e 46 per milione di abitanti negli over 90.
Nonostante questi numeri in deciso aumento, nonostante le raccomandazioni del Ministero della Salute, i tassi di vaccinazione negli over 60, ed in particolare negli over 80, rimangono molto bassi a livello nazionale e prossimi allo zero in quasi tutte le Regioni del Sud. Ciò è dovuto a vari motivi: una certa “stanchezza vaccinale”, una disinformazione sull’efficacia e sicurezza dei vaccini, il ritardo nella consegna e distribuzione capillare dei vaccini, l’insufficiente e tardivo coinvolgimento di farmacie e medici di medicina generale, la mancata attivazione della chiamata attiva dei pazienti a rischio, difficoltà tecniche dei portali web di prenotazione. E così l’attuale incremento della circolazione virale viene incredibilmente a coincidere con il progressivo declino della copertura immunitaria in un numero sempre più elevato di anziani e fragili, aumentando così inesorabilmente ricoveri ordinari e decessi.
Secondo le indicazioni per la campagna di vaccinazione anti-COVID che sono contenute nella Circolare del Ministero della Salute del 27 settembre scorso, viene raccomandato un richiamo annuale del vaccino, effettuato a distanza di almeno 6 mesi dall’ultimo richiamo o dall’ultima infezione diagnosticata, al fine di prevenire mortalità, ospedalizzazioni e forme gravi di COVID-19.
Le categorie a cui è raccomandato il richiamo sono:
- Persone di età pari o superiore a 60 anni;
- Ospiti delle strutture per lungodegenti e nelle case di riposo;
- Donne in gravidanza e nel periodo post-partum;
- Operatori sanitari e sociosanitari, studenti di medicina, delle professioni sanitarie che effettuano tirocini in strutture assistenziali e tutto il personale sanitario e sociosanitario in formazione;
- Persone dai 6 mesi ai 59 anni di età, con elevata fragilità, in quanto affette da patologie o con condizioni che aumentano il rischio di COVID-19 grave.
Quindi, un caldo invito a vaccinarsi è rivolto a tutti i nostri anziani, prendendo a questo proposito contatto con il medico di fiducia, o rivolgendosi alle farmacie che effettuano i vaccini o alle altre strutture sanitarie accreditate.
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