Da nord a sud diversi alberghi si sono convertiti in Covid hotel, ma secondo l’Instant Report Covid-19 di Altems, mentre a dicembre si registravano oltre 3.737 camere disponibili per un totale di 6.355 posti letto, a gennaio 2021 si registra un forte calo di numeri di posti letto occupati in rapporto a quelli messi a disposizione. A Milano dagli oltre 250 ospiti ricoverati a Novembre si è giunti a meno di 50 persone in due strutture attive anziché quattro, mentre nel Lazio l’occupazione dei posti letto si aggira oggi tra il 35 e il 40%.
Pare chiaro che l’iniziativa di convertire alberghi in luoghi di ricovero per malati di Covid con sintomi lievi o in quarantena non stia ricevendo il giusto riscontro, special modo in questo periodo segnato anche dall’emergenza vaccini e dall’andamento per numero di contagiati e numero di decessi da Sars-CoV-2. Proprio per un forte calo di ingressi in tali strutture, pare ci sia la volontà di non rifinanziare tale iniziativa, lasciando aperte solo alcune strutture, per non rimanere del tutto impreparati in una possibile terza ondata.
Come funzionano i Covid hotel?
Per contenere l’emergenza posti letto negli ospedali, il Governo ha dato la possibilità alle strutture alberghiere di diventare, su richiesta, hotel sanitari o Covid hotel, rispettando rigide linee guida per garantire la piena sicurezza dei pazienti. Ogni struttura aderente deve infatti garantire una corretta sanificazione e una giusta formazione del personale oltre ad una rigorosa riconversione degli ambienti.
Tali strutture servono per ospitare coloro che non possono svolgere il periodo di isolamento nel proprio domicilio (abitazione troppo ristretta) o comunque per coloro che nonostante siano guariti, risultano ancora positivi necessitando però di cure non urgenti. Molti sono gli anziani soli che non avendo alcun aiuto, hanno potuto trovare in queste strutture un luogo sicuro dove poter decorrere la malattia in piena sicurezza.
Si evidenzia il fatto che nel nostro paese, risulti ancora una grave mancanza di assistenza domiciliare a favore di persone fragili quali anziani e disabili anziani.
Abbandonare l’iniziativa sarebbe quindi pericoloso proprio perché il periodo rimane ancora delicato, in attesa di un piano vaccini più efficace e soprattutto senza intoppi. Troppi sono ancora gli anziani che ogni giorno ci lasciano e troppi gli anziani che non trovano il giusto modo di poter ricevere una corretta informazione o aiuto concreto.
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