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Le risorse economiche nel 2011 sono state scarse o del tutto insufficienti per il 42,7% delle famiglie. Rispetto a 10 anni prima, quando la stessa situazione era percepita dal 27,1% dei nuclei, il peggioramento è stato di 15,7 punti percentuali. I dati sono contenuti nelle tabelle dell’Istat, elaborati dall’Adnkronos, sulla “percentuale di famiglie per giudizio sulle risorse economiche complessive negli ultimi 12 mesi“. In particolare per il 37% delle famiglie intervistate le risorse, lo scorso anno, sono risultate scarse, mentre per un altro 5,7% assolutamente insufficienti.

Rispetto a 10 anni prima l’aumento è stato rispettivamente di 12,1 punti e 3,5 punti. Risorse adeguate, invece, per il 55,7% delle famiglie; nel 2001 ad essere soddisfatti erano il 70% degli intervistati ma in un decennio si è registrato un calo di 14,3 punti percentuali. Mentre solo per l’1,1% il giudizio è ottimo. Passando al giudizio espresso sulla situazione economica, rispetto all’anno precedente, nel 2010 è peggiorata per il 43,3% dei nuclei, mentre 10 anni prima si arrivava al 26% (+17,3 punti). Dall’altro lato della tabella la situazione nel 2000 era migliorata, rispetto all’anno precedente, per il 9,3% mentre nel 2010 solo il 4,8% può chiudere l’anno con un bilancio positivo.

Tuttavia, secondo i dati dell’Istituto di statistica, l’incidenza della povertà relativa familiare, nello stesso periodo, si è ridotta di 0,9 punti percentuali, passando dal 12% del 2001 all’11,1% del 2011. I livelli più alti si registrano, come prevedibile, nelle regioni del sud, con un dato medio del 23,3%, contro il 6,4% del centro e il 4,9% del nord. La situazione, rispetto al 2001, risulta migliorata nel mezzogiorno (l’incidenza della povertà relativa era del 24,3%), e al centro (era dell’8,4%); mentre resta stabile al nord (era del 5%). Osservando i numeri assoluti emerge che le famiglie povere sono 2,782 milioni, di cui oltre la metà vive nel mezzogiorno (1,863 mln), 318.000 al centro e 601.000 al nord. Per le regione i dati si fermano al 2010, con la Basilicata al primo posto per incidenza di povertà (28,3%); prima della crisi, nel 2007, il dato si fermava al 26,3%.

Al secondo posto si classifica la Sicilia, con il 27%, in leggero miglioramento rispetto al 2007, quando arrivava al 27,6%, seguita dalla Calabria, con il 26% (era il 22,9% nel 2007). Il livello più basso di povertà si registra invece in Liguria, con il 4%, in leggera diminuzione rispetto al 2007, quando arrivava al 4,8%. Segue a breve distanza l’Emilia Romagna, con il 4,5% di incidenza di povertà (era il 6,2% nel 2007) e l’Umbria con il 4,9% (era il 7,3% prima della crisi).

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