I tickets rappresentano la voce di ricavo per il SSN data dai pagamenti da parte degli utilizzatori finali delle prestazioni specialistiche, di pronto soccorso, termali e farmaceutiche (Ministero della Salute, 2014). Sulla base dei dati Istat (2014) si osserva che nel 2013 sono il 50,9% le persone che si sono sottoposte a visite specialistiche (escluse quelle odontoiatriche) nei dodici mesi precedenti l’intervista. Di queste, circa due su tre (69,2%) hanno sostenuto spese per la prestazione sanitaria. Il 27,4% delle persone che hanno fatto ricorso a visite specialistiche nei dodici mesi precedenti l’intervista, pagando il ticket o di tasca propria, hanno sborsato meno di 80 euro, il 37,1% ha pagato tra 80 e 199 euro e il restante 35,5% ha corrisposto oltre 200 euro in un anno.
Nel 2012 i ricavi da tickets introitati dalle Aziende Sanitarie ammontano a 1,5 miliardi di euro, l’1,3% del totale dei ricavi. L’incidenza maggiore si registra in Toscana e Veneto con il 2,1%, segue la Valle d’Aosta con l’1,9%, il Friuli-Venezia Giulia e l’Emilia-Romagna entrambe con l’1,8%. Le quote più basse si registrano in Campania e in Sicilia con lo 0,6%, in Calabria con lo 0,8%, in Puglia e in Sardegna con lo 0,9% e in Molise con l’1,0%.
Considerando l’incidenza sulla spesa per consumi delle famiglie, in media nazionale si registra la quota dello 0,16%. Ai primi posti Veneto, Toscana e Abruzzo con lo 0,23% seguite da Friuli- Venezia Giulia con lo 0,22% e da Valle d’Aosta, Umbria e Basilicata con lo 0,21%. In coda alla classifica regionale, la Calabria con lo 0,11%, la Campania con lo 0,09% e la Sicilia con lo 0,08%.
Quello che allontana sempre più i cittadini dalle cure e dalla sanità pubblica è anzitutto il peso dei ticket: obbligati a “sopportare” la lista di attesa si rinuncia all’intramoenia troppo costosa, e il ticket pesa molto. A questo proposito, in occasione della presentazione il XVII Rapporto Pit Salute “(Sanità) in cerca di cura” Tonino Aceti, Coordinatore Nazionale del Tribunale per i diritti del malato di Cittadinanzattiva ha detto: «I cittadini oggi hanno bisogno di un SSN pubblico forte, che offra le risposte giuste al momento giusto e che non aggravi la situazione difficile dei redditi familiari. È un punto di partenza imprescindibile per impostare la cura appropriata per il SSN, che non può essere messa a punto senza il coinvolgimento delle organizzazioni dei cittadini».
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