Arrivano risultati incoraggianti dalla sperimentazione sui malati affetti da Coronavirus in terapia intensiva condotta in Lombardia, sotto la guida del Policlinico San Matteo di Pavia in collaborazione con l’Asst di Mantova, utilizzando il plasma ricco di anticorpi delle persone guarite dal Covid-19. Il dato più significativo riguarda la mortalità tra i pazienti sottoposti alla cura del plasma, che si è più che dimezzata rispetto alla media, passando dal 15% al 6% o, per dirla altrimenti, da un decesso ogni 6 pazienti ad un decesso ogni 16 pazienti.
In sintesi la sperimentazione consiste nel trasferimento ai fini curativi del plasma prelevato da persone che sono guarite dal Coronavirus a persone che, invece, stanno ancora lottando contro la terribile malattia.
L’obiettivo era quello di verificare se gli anticorpi neutralizzanti – cioè in grado di impedire al virus di contaminare e distruggere le cellule – sviluppati dalle persone guarite dal Coronavirus riuscissero ad essere efficaci anche una volta trasferiti, passivamente, nei soggetti ancora in cura. I 46 pazienti sottoposti alla sperimentazione avevano tutti un’età superiore ai 18 anni e mostravano un grado di difficoltà respiratoria diverso ma comunque significativo: 7 di loro erano intubati in terapia intensiva.
A tutti sono stati iniettati 300 millilitri di plasma col risultato, secondo quanto riferito dagli esperti del San Matteo, di ottenere un drastico miglioramento dei parametri respiratori e dei parametri utili a misurare il livello di infezione già nella prima settimana di cura.
La sperimentazione ha già destato un grande interesse in tutta Italia, dal Piemonte al Veneto fino alle Marche e alla Toscana, che con lo studio ‘Tsunami’ è diventata capofila della sperimentazione nazionale. Ma il protocollo di ricerca italiano ha suscitato anche l’interesse degli Stati Uniti, che lo hanno adattato alla realtà americana.
Adesso si prevede di estendere la sperimentazione e di incoraggiare le donazioni da chi ha superato la malattia per avviare l’organizzazione di una banca del plasma iperimmune per curare le persone affette da Coronavirus.
E’ un altro tassello, questa volta tutto italiano, della battaglia contro il Coronavirus che si estende dalle cure possibili che possono essere efficaci, alla predisposizione di un vaccino che prevenga l’insorgere della malattia. Il nostro auspicio è che gli sforzi di svariate istituzioni, centri di ricerca, laboratori, ospedali, sul fronte preventivo e su quello curativo, di questa o quell’altra nazione, si uniscano in collaborazione per arrivare quanto prima a debellare la pandemia che ha sconvolto le nostre vite. Il Coronavirus è una malattia invisibile che non conosce confini, sarebbe sciocco e controproducente se gli egoismi di primato limitassero l’efficacia della ricerca o peggio ancora limitassero i benefici della ricerca a questa o quella nazione ignorando che ci potremo considerare salvi solo quando in tutto il mondo il virus sarà debellato.
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