“Dati Sanitari 2012”: dal recente studio dell’OCSE la conferma che il settore sanitario è stato e continua ad essere colpito dalla crisi. La situazione dell’Italia. Lo studio dell’OCSE, che analizza l’andamento della spesa sanitaria nell’ultimo decennio nei 34 paesi membri, evidenzia, in particolare, che mentre la spesa sanitaria totale aveva registrato una crescita di quasi il 5% nel periodo compreso tra il 2000 e il 2009, nel 2010 tale spesa si è assestata su una crescita zero. I dati sino ad ora a disposizione per il 2011 relativi a un campione di Paesi, confermano questa tendenza. Unica eccezione la Corea, dove la crescita della spesa sanitaria è rimasta allּ%.
Per effetto della crisi s’arresta, dunque, la crescita delle spese per la sanità in Europa. Per quanto riguarda l’Italia nel 2010, la spesa totale per la sanità ha rappresentato 9.3% del PIL, ponendosi addirittura sotto la soglia della media dell’OCSE (9.5%). L’Italia messa sotto la lente d’osservazione dell’OCSE ha infine registrato un altro dato interessante: una media in termini di spesa sanitaria pro capite valutata in dollari pari a 2.964 USD nel 2010 (a parità di potare d’acquisto) molto più bassa rispetto alla media dell’OCSE di 3.268 USD. C’è da augurarsi che sia frutto di una politica volta alla razionalizzazione ed il taglio degli sprechi del passato.
Il settore pubblico rappresenta la principale fonte di finanziamento della spesa sanitaria, eccetto in Paesi quali gli Stati Uniti, il Cile e il Messico, dove, come noto, ha un ruolo determinante la sanità privata. In Italia, il pubblico ha coperto il 79,6% della spesa sanitaria, rispetto a una media dei Paesi Ocse del 72,2%.
Relativamente al personale sanitario, vi sono più medici pro capite in Italia rispetto alla maggior parte degli altri Paesi dell’area Ocse; più precisamente nel 2009 erano presenti 3,7 medici ogni 1000 abitanti, mentre la media Ocse era di 3,1. Al contrario, mentre la media Ocse del numero di infermieri per abitante nel 2010 è stata dellּ’7%, in Italia è stata del 6,3%. È, quindi, evidente un sovrannumero di medici accompagnato da una carenza di infermieri.. Il numero di posti letto nel 2010 è stato di 2,8 ogni 1000 abitanti, ben al di sotto della media Ocse del 3,4. Come in altri Paesi, il calo del numero di posti letto ha coinciso con la riduzione dei periodi di degenza e, parallelamente, con un aumento dei ricoveri in regime day hospital.Lo studio Ocse conferma inoltre che l’Italia è uno dei Paesi più longevo. Nel 2009 l’aspettativa di vita era di 82 anni, due anni superiore alla media Ocse. Tra i rischi per la salute il tabagismo, rimane un fattore determinante, benché si sia ridotto negli ultimi anni passando dal 27,8% di fumatori abituali nel 2009, al 23,1% nel 2010. Si registra, invece, un sensibile aumento dei casi di obesità, che nel 1994 interessava il 7% della popolazione e nel 2010 colpisce il 10,3%, con tutte le patologie conseguenti.
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