In Sardegna, il numero di persone costrette a rinunciare alle cure mediche a causa di difficoltà economiche, costi elevati e mancanza di accesso, è in aumento. Secondo ANAP Sardegna, l’associazione di pensionati artigiani di Confartigianato, nel 2021 il 18,3% dei sardi non ha ricevuto cure mediche, rispetto al 12,5% del 2017. Ciò posiziona l’isola al primo posto nella lista nazionale di coloro che devono rinunciare alle cure mediche a causa dei costi, seguita da Abruzzo (13,8%), Lazio (13,2%) e Molise (13,2%). La percentuale media di persone che rinunciano alle cure mediche in Italia è dell’11%.
ANAP Confartigianato Sardegna ha analizzato i dati sull’accesso ai servizi sanitari regionali compilati dall’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Sardegna utilizzando i dati ISTAT del 2021.
Secondo Paola Montis, Presidente di ANAP Confartigianato Sardegna, molte persone non riescono ad accedere alle cure mediche, inclusi coloro con bassi redditi, disoccupati, pensionati e famiglie a reddito singolo. In molti casi, queste persone non possono permettersi le medicine o devono aspettare a lungo per le cure mediche. Anche piccoli problemi di salute vengono sempre più spesso trascurati. Anche la cura dei denti, che in Italia è principalmente privata, sta diventando inaccessibile per molti, causando un aumento della perdita dei denti.
Lo studio ha anche riscontrato che il 53,4% degli utenti sardi deve aspettare più di 20 minuti per accedere ai servizi dell’ASL, rispetto alla media nazionale del 45,2%. Lo studio rivela una crescente tendenza alla diffidenza verso il sistema sanitario pubblico, che spesso rappresenta l’ultima spiaggia per chi ha bisogno. Inoltre, la pandemia ha causato un aumento del 37,63% delle persone per cui l’assistenza sanitaria è diventata un lusso a causa della povertà.
Nonostante l’universalità del Servizio Sanitario Nazionale italiano, il 42,2% della spesa farmaceutica è sostenuta dalle famiglie, che nel 2020 hanno speso 8,7 miliardi di euro su un totale di 20,5 miliardi di euro. Secondo uno studio recente di Banco Farmaceutico, le famiglie povere hanno un budget medio di assistenza sanitaria di 10,25 euro al mese, meno di un quinto (17%) della spesa per l’assistenza sanitaria delle famiglie non povere (60,96 euro al mese). Quando le risorse sono scarse, le priorità diventano essenziali e la cura dentale è spesso la prima a essere sacrificata. Per le famiglie povere, il 62% della spesa sanitaria (6,37 euro) è dedicato ai farmaci, mentre solo il 7% (0,75 euro) è destinato ai servizi odontoiatrici, che vengono di solito utilizzati solo in emergenza. Le famiglie più ricche, d’altra parte, spendono il 43% del loro budget mensile per la salute (25,94 euro) per i farmaci e il 21% per i servizi odontoiatrici.
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