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Regioni e ministero al lavoro per portare avanti i punti già avanzati nelle proposte regionali di fine ottobre. Ministero Salute dovrà avere più poteri di controllo sul rispetto dei Lea, sul coordinamento scientifico e la prevenzione. L’intenzione è di arrivare ad un Patto della Salute concreto con impegni stringenti. Il tutto con un rafforzamento dell’attività di controllo da parte del ministero della Salute. Per accompagnare chi è in difficoltà verso il risanamento. È questa la linea d’azione – decisa oggi nel corso della prima riunione del 2014, che Ministero della Salute e Regioni porteranno avanti per chiudere entro febbraio il nuovo Patto della salute. L’obiettivo è chiudere presto, prima che scatti la “mannaia” della spending review che potrebbe rimettere in discussione gli stanziamenti per la sanità. Un punto caldissimo, questo, sul quale il Ministro Lorenzin è stata chiara nel riaffermare la volontà del Governo di mettere sul piatto i 2 miliardi in più per il ticket, a patto però che il negoziato sul Patto per la salute si chiuda presto, proprio per evitare che i giochi siano fatti altrove.

“La riunione è andata molto bene – ha dichiarato il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin – ci siamo visti con il comitato ristretto e siamo d’accordo su due punti di quello che deve essere il nuovo Patto: deve contenere visione e pragmatismo. Visione vuol dire avere l’ambizione di traghettare un progetto di pianificazione del Ssn che regga alle sfide attuali e dei prossimi anni. La prima sfida è quella della sanità transfrontaliera, la seconda è la sostenibilità del Ssn a fronte delle crisi economiche e del problema demografico con un a popolazione sempre più vecchia che sta cambiando il suo fabbisogno di salute”.

Per quanto riguarda il pragmatismo, il ministro ha ricordato che i precedenti Patti sono stati attuati al 40-50%: “Questo perciò deve essere un Patto concreto con impegni stringenti da parte delle Regioni in accordo con Governo per fare le cose che si sono dette. Quindi anche con un sistema di verifica e di monitoraggio”. E ancora, ha evidenziato Lorenzin “è emerso inoltre da parte di tutti l’esigenza di un rafforzamento dell’attività di controllo da parte del ministero della Salute sugli aspetti sanitari sui Lea, sul coordinamento scientifico e sulla prevenzione. Sono molto contenta di questa richiesta, perché ci dà la possibilità anche di rispondere alle nuove esigenze epidemiologiche che abbiamo nel Paese. Ci saranno dei tempi molto stretti, i capitoli sono dieci e ci saranno quindi dieci incontri che stiamo calendarizzando. Crediamo di poter finire in tempi molto brevi”.

Quanto ai temi affrontati nel Patto “gli elementi più importanti altre alla riorganizzazione del territorio e della rete ospedaliera, sono capire come affrontare nel futuro la compartecipazione alla spesa, il personale e lo sblocco del turn over, e il meccanismo di aggiornamento dei piani di rientro così come era stati immaginati negli scorsi anni. Abbiamo affrontato il tema della spending interna – ha infine annunciato il ministro – cioè di quantificare in modo chiaro le risorse che si possono recuperare dai risparmi e individuare dove investirle nei prossimi anni”.

Insomma, Ministero e Regioni sembrano sempre più concordi nel voler portare avanti una linea d’azione che non metta nell’angolo il sistema sanitario nazionale. Inoltre il ministro della salute Beatrice Lorenzin, nel corso di una audizione alla commissione affari sociali della Camera, ha annunciato che il Fondo sanitario 2014, fissato  a 109,902 miliardi, salirà a  122 mld del 2017.

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Entro febbraio la firma del Patto per la Salute
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