Sale a 1,4 milioni il numero degli iscritti ai fondi pensione che ha sospeso i versamenti. Lo si legge nella relazione della Covip, la Commissione di vigilanza sui fondi pensione. L’incidenza dei non versanti è “contenuta nel comparto dei fondi negoziali (circa 200 mila iscritti), mentre risulta assai più significativa nelle forme promosse da intermediari finanziari e assicurativi, che totalizzano oltre un milione di non versanti”.
Dice Carlo Trabattoni, capo del pan-European intermediary distribution di Schroders, che ciò che manca per far ripartire la previdenza integrativa “è la propensione all’accumulo da parte dei giovani, il cui principale problema resta l’accesso al mercato del lavoro”. Ostacolo che fa il paio con il gap informativo sui fondi pensioni, divario che “le imprese e le istituzioni finanziarie dovrebbero aiutare a colmare” con una vasta operazione di comunicazione.
Sul fronte della raccolta secondo i dati Covip i fondi pensione in Italia hanno a disposizione per gli investimenti circa 86,8 miliardi. Di questi, una parte cospicua, oltre il 61%, è costituito da titoli di debito, di cui circa 24 miliardi di titoli di Stato italiani. Se si escludono Bot e Btp «la quota di patrimonio che le forme pensionistiche complementari destinano al supporto dell’economia italiana è limitata», sottolinea Rino Tarelli, presidente Covip. I titoli emessi da imprese italiane nei loro portafogli è pari a 2,1 miliardi, di cui solo 700 milioni in titoli di capitale. Secondo Tarelli c’è «un margine significativo» per ottimizzare le scelte di investimento dei fondi da diversificare nell’economia reale.
Il governo “valuterà pro e contro” sul futuro della vigilanza sulla previdenza complementare affidata alla Covip e poi farà “una scelta pubblicamente motivata”, ha aggiunto il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti. Il presidente dell’Autorità, Tarelli ha invece proposto l’istituzione di un’Autorità unica per il welfare integrativo. “C’è un’ipotesi sul tappeto”, ha detto Poletti senza ricordare che è l’idea di sopprimere la Covip e affidarne le competenze alla Banca d’Italia. “Stiamo ragionando su una volontà di semplificazione”, ma bisogna capire se una specializzazione sia compatibile con questo impianto.
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