La notevole conflittualità manifestata dai genitori separati e l’incapacità di prendere decisioni concernenti la salute del figlio, affetto dalla sindrome dello spettro autistico, hanno orientato il Tribunale di Reggio Emilia, nella sentenza resa l’11 giugno 2015, ad optare per una soluzione differente rispetto a quella, ordinaria, consistente nell’affidamento della prole ai servizi sociali.
Il collegio, confermando l’affidamento condiviso già adottato in sede di udienza presidenziale, ha delegato due soggetti terzi – nella specie le responsabili, rispettivamente, dell’istituto per l’autismo frequentato dal figlio e del servizio di neuropsichiatria della Asl di competenza – alle decisioni di maggior rilievo concernenti il percorso riabilitativo e di sostegno predisposto in ragione delle condizioni di salute del minore autistico.
Il collegio motiva tale conclusione constatando che l’impegno di cura e assistenza richiesto dal minore risulta assorbente e faticoso, dal punto di vista psichico, da risultare talvolta insostenibile per entrambi i genitori. Il collegio indica il “comune stress che come genitori di un figlio autistico” viene affrontato nella gestione della crescita del figlio.
Pertanto il Tribunale ha ritenuto di attribuire le decisioni di maggior rilievo, involgenti il percorso riabilitativo e di sostegno, predisposto in ragione delle condizioni di salute del minore, collegialmente, alle responsabili dei due istituti che hanno in cura il figlio, con autorizzazione ad avvalersi delle specifiche competenze e figure professionali di cui detti servizi risultano dotati. Ha inoltre demandato l’attuazione dell’indicato percorso alla vigilanza del Servizio sociale.
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