Da 900 milioni a due miliardi: entro il 2050 raddoppierà il numero degli over 60 nel mondo. L’Italia, sarà al secondo posto per numero di anziani al mondo con il 21,4% degli over 65 e il 6,4% over 80, seconda solo al Giappone e prima in Europa davanti a Germania e Portogallo.
Adattarsi alla nuova situazione richiederà radicali modifiche nella società. Ce lo ricorda l’Organizzazione Mondiale della Sanità nel suo intervento in occasione della Giornata Internazionale degli Anziani che ricorreva il 1 ottobre.
Secondo il Rapporto mondiale su invecchiamento e salute dell’Oms, ci sono ben pochi dati a supporto della diffusa convinzione che gli anziani di oggi, con vite più lunghe, sono in condizioni di salute migliori degli anziani di ieri. Il Rapporto sottolinea che spesso si sottovaluta il contributo che gli anziani continuano a dare alle famiglie ed alla società, che è molto superiore all’investimento in sanità e long-term-care necessario per loro. Per questo, afferma l’Oms, le politiche sull’invecchiamento dovrebbero mutare: dall’enfasi sul controllo dei costi a quella su dare agli anziani possibilità e occasioni per fare le cose davvero importanti per loro. Modifiche al sistema sanitario renderanno necessario che tutti gli operatori sanitari abbiano competenze geriatriche di base.
Spendere per gli anziani, insiste l’Oms è un investimento che dà risultati, in primis il loro benessere, non un costo. L’Oms insiste sul concetto di invecchiamento in salute, che richiede una trasformazione dei sistemi sanitari da modelli che mettono al centro la malattia ad altri che mettono al centro l’anziano, e la cura integrata. C’è urgente bisogno di un’azione a livello di sanità pubblica sul tema dell’invecchiamento, sottolinea al termine del Rapporto.