Secondo il Rapporto 2012 dell’Ufficio nazionale anti discriminazioni razziali (Unar), nell’ultimo anno le discriminazioni sul lavoro nel nostro Paese sono aumentate del 15%, raggiungendo quota 35,6% sul totale delle denunce.
Secondo il Cons. Marco De Giorgi, Direttore dell’Unar, oltre all’accesso all’occupazione, le discriminazioni si registrano anche sul posto di lavoro. In particolare i senior vengono trattati diversamente soprattutto per quanto riguarda le modalità di licenziamento.
Una delle tematiche che è giunta anche all’attenzione della giurisprudenza, sia nazionale che europea, attiene infatti ai criteri di scelta dei lavoratori da licenziare in caso di procedure di riduzione di personale. Tali criteri (sia legali che convenzionali) individuano, infatti, nell’età uno dei criteri di scelta dei lavoratori da licenziare. Come stabilito anche da alcune pronunce giurisprudenziali, l’adozione di tale criterio, se non accompagnato da ulteriori motivazioni giustificative (quali ad esempio l’imminente raggiungimento dell’età pensionabile) appare poter violare la normativa antidiscriminatoria, in quanto penalizza in maniera diretta proprio quei lavoratori che a motivo dell’età avanzata avranno probabilmente maggiori difficoltà ad ottenere un nuovo posto di lavoro.
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