Oltre 2,3 miliardi di euro dalla riprogrammazione dei fondi europei. Una maggiore cura per l’infanzia e per gli anziani, nuove opportunità per i giovani insieme ad interventi a favore delle imprese e più investimenti per la cultura. Sono queste le priorità della riprogrammazione dei fondi comunitari per il Mezzogiorno decisi dal Governo Monti.
Proseguendo la riprogrammazione dei fondi comunitari co-finanziati al Sud con l’obiettivo di accelerarne e soprattutto di riqualificarne l’impiego, viene realizzata una riprogrammazione pari a circa 2,3 miliardi di euro nelle Regioni Campania, Calabria, Puglia e Sicilia, de-finanziando interventi con criticità di attuazione, obsoleti o inefficaci. 845 milioni sono destinati a obiettivi di inclusione sociale: cura dell’infanzia (400), cura degli anziani non auto-sufficienti (330), integrazione della politica dell’istruzione contro la dispersione scolastica con azioni per la legalità nel territorio (77), progetti promossi da giovani del privato sociale (38).
Altri interventi (per 1.498 milioni) sono rivolti alla crescita attraverso, fra l’altro, iniziative per i giovani, interventi per promuovere lo sviluppo delle imprese e la ricerca, promozione dell’innovazione dal lato della domanda attraverso bandi pre-commerciali, valorizzazione di aree di attrazione culturale e riduzione dei tempi della giustizia. Il Piano di Azione Coesione, che attua questi interventi, anticipa i nuovi metodi di programmazione “rivolta ai risultati” che saranno adottati nel bilancio europeo per il periodo 2014-20.
Oltre al piano di azione e coesione per il Mezzogiorno il governo ha destinato a valere sulle risorse nazionali interventi per l’inclusione sociale. Il dipartimento della Famiglia ha messo a disposizione una somma totale di 117 milioni per sostenere politiche familiari. Oltre agli 81 milioni già assegnati di recente alle Regioni e agli enti locali, per progetti esclusivamente rivolti agli asili nido e all’assistenza domiciliare agli anziani, sono stati destinati altri 36 milioni di euro per finanziare altri aspetti: conciliazione famiglia-lavoro, sezioni primavera, progetti di supporto alle famiglie terremotate dell’aquilano, adozioni internazionali e iniziative per premiare progetti e buone pratiche per l’invecchiamento attivo e il supporto familiare.
All’inclusione sociale e al contrasto alla povertà sono poi finalizzati i 50 milioni dedicati al nuovo programma di sperimentazione della social card, in corso di definizione con i Comuni con più di 250 mila abitanti, con il coordinamento del Ministero del lavoro e delle politiche sociali con cui si punta anche ad attivare la messa in rete di tutte le risorse già oggi destinate nei singoli territori a queste stesse finalità, puntando in particolare al coinvolgimento dei soggetti del terzo settore.
LA POSIZIONE DELL’ANAP
“Il piano per l’assistenza ai non autosufficienti e agli anziani predisposto dal Governo non può considerarsi che un primo passo verso la soluzione di un problema gravissimo, tanto più che non riguarda tutto il territorio nazionale e si concretizza nell’utilizzo non di nuove risorse, ma di fondi europei già esistenti.”
E’ quanto ha detto Giampaolo Palazzi, Presidente dell’Anap, riferendosi al piano sociale per gli anziani presentato dal governo.
“Si tratta, in buona sostanza, di un semplice pro memoria. Attendiamo ora passi ben più consistenti su questa strada. Occorre, a nostro avviso, che si liberino finalmente le risorse necessarie per dare ossigeno alle fasce deboli e per la crescita dell’economia. E per liberare le risorse – ha proseguito Palazzi – sarebbe sufficiente procedere sollecitamente alla alienazione dei beni pubblici, razionalizzare le spese ed incidere più profondamente sugli sprechi, che sono ancora tanti, a cominciare da quelli per la sanità (secondo una recente indagine sarebbe possibile risparmiare oltre un miliardo e 600 milioni sui costi di alcuni servizi non sanitari applicando semplicemente il costo medio delle Regioni più virtuose) e da quelli per la politica.”