Da uno studio realizzato dalla psicoterapeuta Paola Beffa Negrini e dall’avvocato Silvia Cecchi, riportato da La Stampa, emerge che gli italiani che nel 2001 hanno chiesto la separazione legale tra i 55 e i 65 anni erano 125 mila e quelli dai 65 anni in su erano 70 mila (15 mila quelli sopra i 75 anni); oggi mediamente sono aumentati del 3,5%. Analoga crescita si registra tra i divorziati: dai 55 ai 65 anni erano stati 140 mila nel 2001, quelli dai 65 anni in su 95 mila (30 mila quelli sopra i 75).
Oggi sono aumentati del 3%. “Il boom dei divorzi tardivi – spiega Paola Beffa Negrini – perché di vero e proprio boom si può parlare, ha assunto caratteristiche di fenomeno sociale a cui è stato dato perfino un nome, ‘Grey divorces‘, e ha cause molteplici”, a cominciare dalla maggior indipendenza, anche economica, raggiunta dalle donne, che permette loro una vita indipendente.
Altre cause dei divorzi tardivi – secondo le conclusioni dello studio medico-giuridico – sono una maggior longevità, per cui la prospettiva di vita a 60 anni è oggi proiettata di altri 20 anni (per le donne addirittura di 25), con la possibilità di avviare una nuova relazione anche in età avanzata. Un terzo motivo – dice lo studio – è rappresentato dall’aiuto di nuovi farmaci sia contro la depressione, con i quali si può sconfiggere l’incapacità di affrontare nuovi impegni; sia contro la caduta della libido, che permettono anche in tarda età di limitare il fantasma dell’impotenza e danno più sicurezza di poter intrecciare nuove relazioni, anche sessuali. Infine, anche la caduta della “censura sociale” – e cioè la disapprovazione da parte dei familiari, di amici e colleghi – favorisce spesso la decisione di aprire in età avanzata una nuova fase della propria vita.
È soprattutto la donna – secondo quanto emerge dallo studio – la più determinata a darsi un’altra possibilità di vita, non solo perché ha sistemato i figli ormai grandi e assolto ai doveri domestici durati svariati decenni: ancora oggi al sud, la richiesta di separazione e di divorzio è motivata nella donna dal rigetto della violenza all’interno della coppia e non è legata al desiderio di attivare un nuovo legame con un partner diverso, ma solo dal rifiuto di un modello arcaico di “marito-padrone”.
“In prospettiva – spiega la ricercatrice Beffa Negrini – il fenomeno è destinato ad aumentare ulteriormente e sotto l’incalzare delle nuove generazioni che hanno vissuto l’emancipazione femminile e le modificazioni delle abitudini che hanno scandito gli anni precedenti, la coppia della Terza e Quarta età sarà chiamata ad una profonda ristrutturazione. Già ora ne è una testimonianza la sempre maggior richiesta di consultazioni psicologiche in età avanzata per conflittualità coniugali”. “Quello del divorzio tardivo è un altro dei tanti problemi – spiega il professor Marco Trabucchi, Presidente della Società Italiana di Gerontologia e Geriatria – che rende ancor più fragile la persona anziana. È necessario prepararsi ad un sostegno psicologico di queste coppie che sono molto di più di quanto dicano i numeri. Per ora lo studio del fenomeno si basa sulla registrazione ufficiale di separazioni e divorzi, ma in realtà sappiamo che le separazioni di fatto sono almeno il triplo. E bisogna prepararsi ad aiutare queste persone anziane anche in termini giuridici, con una regolamentazione più attuale soprattutto per il regime patrimoniale delle coppie”.
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