La fragilità sociale, che include la perdita di ruoli sociali, reti sociali e attività sociali, è ampiamente identificata come un rischio per un invecchiamento sano. Un nuovo studio pubblicato su Frontiers in Cardiovascular Medicine è il primo a mostrare una stretta associazione tra la perdita del ruolo sociale percepito tra amici e familiari e scarsi risultati clinici a lungo termine per i pazienti anziani con scompenso cardiaco, con conseguenze anche gravi per la loro salute.
Lo studio ha esaminato gli aspetti specifici dell’interazione sociale per questi pazienti che possono portare a una prognosi infausta ed ha evidenziato la reale necessità di sviluppare un programma di gestione del decorso della malattia che includa un approccio sociale alla cura di questi pazienti.
Recenti ricerche hanno dimostrato che la fragilità sociale è presente in due terzi delle persone anziane che soffrono di insufficienza cardiaca ed è stato visto il collegamento ad esiti peggiori per questi pazienti, anche se ancora non è chiaro esattamente perché la fragilità sociale peggiori la prognosi.
Per esaminare gli aspetti della fragilità sociale che possono contribuire a scarsi risultati e scarsa reazione alle cure, lo studio ha misurato la fragilità sociale con un questionario speciale su un campione di oltre 300 pazienti con insufficienza cardiaca di età superiore ai 65 anni che sono stati ricoverati in ospedale per cure.
Sono state poste ai partecipanti cinque domande che valutano il supporto sociale del paziente, le attività sociali, la situazione di vita e il ruolo sociale percepito. Una risposta negativa a due o più delle cinque domande è stato considerato un indicatore di fragilità sociale.
Si è così scoperto che il ruolo sociale percepito da un paziente, così come la sua fragilità sociale nel suo insieme, era associato a esiti clinici avversi a lungo termine nei pazienti con insufficienza cardiaca più anziani. Inoltre, entrambi questi fattori si sono aggiunti alla probabilità di una prognosi negativa.
Lo studio ha seguito i pazienti per tre anni dopo il loro ricovero in ospedale, periodo molto più lungo rispetto a studi precedenti, e questo ha permesso di avere una visione più ampia della fragilità sociale sugli esiti clinici avversi.
Lo studio è stato condotto in Giappone e, sebbene i ricercatori abbiano evidenziato che le interazioni sociali possono variare tra le diverse culture, è estremamente probabile che la fragilità sociale ha un impatto negativo sulla salute dei pazienti anziani con scompenso cardiaco in tutte le società.
Il prossimo passo importante è sviluppare programmi per aiutare i pazienti anziani con insufficienza cardiaca che hanno fragilità sociale. L’inclusione di un aspetto sociale nell’assistenza post-operatoria, la partecipazione a compiti domestici e attività sociali come l’impegno in attività di volontariato significative che servono ad aiutare gli altri, possono tutti contribuire a migliorare la percezione del ruolo sociale in questi pazienti, e questi cambiamenti nello stile di vita possono portare effetti positivi per una vita più lunga, più sana e più produttiva.
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