A questo argomento che coinvolge un grande numero di famiglie e di cittadini italiani che ne soffrono direttamente e indirettamente sono state dedicate due giornate nell’ambito territoriale della provincia di Ancona.
Il 28 marzo 2009 la “Giornata nazionale di predizione e prevenzione”, su iniziativa della sede nazionale Anap, in collaborazione con Ancos, Croce Rossa Italiana, Università La Sapienza di Roma, Federazione Medici Geriatrici di Roma e si sono realizzati due punti di riferimento: uno ad Ancona e l’altro a Jesi.
In questa occasione, a Jesi, grazie alla preziosa collaborazione di volontari della C.R.I., sono state eseguite le prove consigliate dalla sede nazionale di Roma, compresi alcuni test “minimental”, misurazioni di pressione sanguigna e consulenze veloci di altre patologie da approfondire con i rispettivi medici curanti, mentre ad Ancona ai volontari della C.R.I. si sono aggiunti alcuni specialisti dell’ I.N.R.C.A. per una migliore conduzione dell’indagine conoscitiva in corso.
Tutto quanto sopra avveniva nei gazebo appositamente allestiti per tale iniziativa.
Il successo rappresentato dai numerosi questionari compilati è stato notevole e le aspettative delle persone che si sono sottoposte ai test erano elevate, avendo il desiderio di conoscere la loro condizione e se la loro disponibilità contribuirà a combattere, se non a debellare, la malattia.
Grande soddisfazione per la presenza di volontari Confartigianato che hanno presenziato nei gazebo dall’apertura alla chiusura, dimostrando quella sensibilità sociale sempre sollecitata.
Il secondo evento si è svolto il 21 settembre 2009 “Giornata mondiale di lotta all’Alzheimer” mediante un Convegno organizzato dall’Anap e dall’ IN.R.C.A. durante il quale i Relatori specialisti di diverse discipline, hanno affrontato non solo l’aspetto medico del trattamento del malato di Alzheimer, ma anche quello legato alle conseguenze che questa malattia provoca nei familiari del malato stesso e quello, altrettanto importante, delle conseguenze economiche che i malati, le famiglie, ma anche le comunità devono sopportare a causa della patologia.
Dato per certo che, almeno per il momento non ci sono cure valide per affrontarla, si rendono necessarie tutte quelle iniziative pubbliche e private che possano agevolare la vita e l’assistenza ai malati e il potenziamento dei programmi che abbiano come obiettivo principale la preparazione di personale idoneo che possano gestire malati e familiari.
Certamente il probiema di una diffusione sempre maggiore di questa patologia rappresenta un motivo di priorità per intensificare gli studi e destinare risorse allo scopo di eliminarlo, ma è stato raccomandato di non concentrarsi verso un unico obiettivo poiché altre malattie altrettanto invalidanti sono in agguato e non si possono dimenticare.