È stata presentata contemporaneamente al Senato della Repubblica e alla Camera dei Deputati la proposta di legge per l’istituzione del Voucher-Buono universale per i servizi alla persona e alla famiglia, che si ispira al modello francese dei “Chèque emploi service universel” (Cesu) e opererà per migliorare l’accesso di famiglie e lavoratori ai servizi di protezione sociale, per la cura dei bambini, degli anziani non autosufficienti, delle persone con disabilità o per aiuti domestici.
Obiettivo della proposta di legge è di massimizzare l’efficacia della spesa che già oggi le famiglie effettuano “di tasca propria” con un provvedimento di equità fiscale che rende possibile una detrazione parziale degli oneri sostenuti. L’introduzione di tale meccanismo consentirà la progressiva emersione di lavoratori che prestano in nero servizi di assistenza e cura. La proposta prevede, inoltre, l’estensione anche alle piccole e medie impresa degli strumenti di welfare aziendale attraverso l’utilizzo di Voucher-Buono universale per prestazioni sociali. Infine, lo stesso meccanismo potrà essere utilizzato dalle amministrazioni pubbliche al fine di rendere più semplice e immediato l’intervento sociale.
Sulla base di una ricerca del Censis, l’impatto economico dell’istituzione del Voucher universale secondo le modalità previste dalla proposta di legge, valutando sia i benefici diretti dell’emersione del lavoro nero e dell’occupazione aggiuntiva, sia quelli indiretti, sarebbe sostenibile con un saldo a carico dello Stato al di sotto dei 300 milioni di euro per il primo anno di applicazione della legge.
Di sicuro ben pochi investimenti pubblici potrebbero determinare simili ricadute occupazionali e vantaggi così consistenti per le famiglie e le imprese: secondo la stima del Censis, dopo cinque anni la platea di famiglie in grado di accedere ai servizi socio-assistenziali crescerà di 482mila unità, il numero di lavoratori beneficiari dei servizi di welfare aziendale salirà da 127mila a 858mila, l’emersione del lavoro irregolare raggiungerà le 326mila unità, mentre l’occupazione aggiuntiva è valutabile in non meno di 315mila nuovi occupati.
Si può affermare, di conseguenza, che, se opportunamente promossi attraverso il Voucher universale introdotto dalla legge delega e dalla relativa semplicità gestionale e di utilizzo, i servizi alla persona possono diventare uno dei volani più importanti della ripresa dell’occupazione nel nostro Paese. Anche il Governo ha previsto, tra le linee guida per la riforma del Terzo settore, la disciplina sperimentale del Voucher universale per i servizi alla persona e alla famiglia, come strumento di infrastrutturazione del “secondo welfare”. Si può ritenere, di conseguenza, che questa proposta, almeno nelle sue linee essenziali, potrà essere approvata dal Parlamento entro l’anno.
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