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Con 171 voti favorevoli e 122 contrari, la Camera ha dato il via libero definitivo al decreto Liste d’attesa, dopo che esso aveva ricevuto l’approvazione da parte di Palazzo Madama una settimana prima. Il provvedimento mira ad accorciare i tempi di attesa per visite e prestazioni sanitarie. Tra le novità, spiccano la piattaforma nazionale delle liste d’attesa, gestita dall’Agenas, e la cosiddetta norma “salta fila”, che dovrebbe garantire visite ed esami entro le scadenze di legge.

In precedenza, il decreto aveva ricevuto la bocciatura da parte della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, con la sola eccezione del Lazio, in quanto considerato lesivo dell’autonomia e delle prerogative regionali.

Eccone alcuni contenuti.

Piattaforma nazionale delle liste d’attesa

Viene istituita la Piattaforma nazionale delle liste di attesa, gestita dall’Agenzia nazionale per i servizi sanitari (Agenas), che dovrebbe assicurare il collegamento con le altre piattaforme delle liste di attesa gestite da ciascuna Regione e Provincia autonoma. Si tratta di uno strumento di governo delle liste di attesa coerente con l’obiettivo “Potenziamento del Portale della Trasparenza” previsto dal Piano nazionale di ripresa e resilienza.

La piattaforma si propone di agevolare i cittadini nell’accesso ai servizi sanitari, ma potrà servirsene anche il personale medico per prendere in carico pazienti, così come le strutture sanitarie al fine di gestire e organizzare le prenotazioni.

Centro Unico Prenotazioni regionale o intraregionale

Si prevede la creazione di un Centro unico prenotazioni (Cup) a cui fare riferimento a livello regionale o infraregionale, che includerà sia gli erogatori pubblici che i privati convenzionati.

Il decreto incentiva l’adozione di soluzioni digitali per agevolare la prenotazione autonoma da parte dei pazienti di visite e prestazioni e per disdire, confermare o cancellare gli appuntamenti medici anche da remoto.

La norma “salta fila”

Tra le novità del decreto c’è la cosiddetta norma ‘salta fila’, che dovrebbe aiutare a superare i ritardi nelle visite.

Se le prestazioni non vengono erogate nei tempi previsti dalle classi di priorità, le aziende sanitarie dovranno garantire al cittadino la prestazione in intramoenia o attraverso il privato accreditato. Il cittadino pagherà solo il ticket se già dovuto. Visite ed esami potranno essere erogati anche il sabato e la domenica, prolungando la fascia oraria. Per evitare abusi dell’attività in intramoenia, le ore di attività libero professionale dei medici non dovranno eccedere quelle dell’attività ordinaria. Il direttore generale dell’Asl verificherà il rispetto fino alla sospensione dell’intramoenia.

Chi prenota una visita e non si presenta paga il ticket

Per evitare il fenomeno delle prestazioni prenotate e non effettuate (accade nel 20% dei casi), chiunque abbia fissato una visita o un esame che richiede il pagamento di un ticket dovrebbe ricevere un avviso di conferma della prenotazione a ridosso della data prevista. Il cittadino che non effettua la visita o l’esame prenotato senza aver prima preavvisato, dovrà pagare ugualmente il ticket. In questo modo, il cittadino dovrebbe essere più incentivato a cancellare per tempo la sua visita lasciando la possibilità ad altri pazienti che ne hanno bisogno di prenotarsi al posto suo.

Personale sanitario

Si prevede il superamento del tetto di spesa per l’assunzione di personale sanitario. In particolare, per il 2024 questo verrà aumentato al 15% dell’incremento del Fondo sanitario regionale, rispetto al 10% del 2023. Dal 2025 in avanti, invece, il tetto di spesa dovrebbe essere abolito e sostituito da “un nuovo sistema per stabilire i fabbisogni minimi e massimi delle strutture sanitarie”.

Tuttavia, il provvedimento non stanzia risorse aggiuntive per risolvere il problema dei ritardi e dei lunghi tempi di erogazione delle prestazioni sanitarie. Per non gravare eccessivamente sulle spalle di personale medico e ospedaliero, il Governo ha solo previsto l’introduzione di una sorta di flat tax, un’aliquota unica al 15% sugli straordinari.

Image by freepik

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Il decreto liste d’attesa è legge
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