Si è spenta nella notte tra domenica 19 e lunedì 20 aprile 2015 nella propria abitazione sulle colline di Gramogliano (Corno di Rosazzo), la poetessa, attrice e imprenditrice friuliana Graziella Noacco.
Nata a Manzano il 20 agosto 1935, dopo la morte dell’amato marito Berto Costantini, nel gennaio del 1983, aveva iniziato a dedicarsi alla poesia. La dolorosa esperienza del lutto, infatti, aveva inaspettativamente acceso la sua ispirazione poetica, vissuta fin dall’inizio come esigenza di ritessere il filo dei ricordi.
In tantissimi l’hanno voluta salutare nella chiesa parrocchiale di Corno e nel cimitero di Visinale, dove il feretro, ricoperto da fiori e foglie del “suo” bosco di Gramogliano, è stato accompagnato anche dalle voci del coro di San Giovanni e dalla bandiera della Patria del Friuli. Storica socia dell’Anap di Udine, ogni giorno lavorava nell’azienda di famiglia, senza trascurare le sue tante passioni, dalla scrittura al teatro in friulano (faceva parte della compagnia il Tendon di Corno di Rosazzo), passando per la solidarietà e il tempo dedicato ad amici e parenti.
Madre di sei figli e nonna di nove nipoti, per anni è stata volontaria nel reparto di Oncologia dell’Ospedale di Udine. Nonostante possedesse solo la licenza media e avesse, letteralmente, la “testa rotta” (a quattro anni era caduta, rischiando di morire), la sua personale prospettiva sul mondo le aveva consentito di vincere vari concorsi letterari. Nel 1988 viene stampata la prima raccolta “Le mê vite, sclipignadis di puisiis“. Successivamente ha partecipato al Premio Letterario San Valentino, nel 2006, con “Anniversario della tua morte“, primo premio nella sezione di lingua friulana; al Premio di Narrativa e Poesia La Torate, nel 2007, è stato segnalato dalla giuria un suo racconto breve, “Un dono d’amore“; al Premio letterario “Glemone îr, vuei e doman” nel 2007, conquista il terzo premio con “Les Contis Da None“.
Nel 2013 era uscita la sua ultima raccolta “Le gioie della vita e i dolori dell’anima” (Gaspari Editore), pubblicata dal Circolo culturale di Corno e presentata in una serata affollatissima. Spesso era stata chiamata a raccontare la sua vita da “miracolata” (anche in televisione), per le malattie superate e la sua voglia di vivere, per il suo modo di affrontare ogni esperienza, dalle gioie ai dolori, con il sorriso, la grinta e la simpatia di una donna da imitare.
Ultima poesia di Graziella:
Graziella, si accorcia il tempo, prepara
la valigia non con vestiti colorati, perle
e sandali dorati ma con un buon esame
di coscienza da portare lassù nella luce
del Signore.
Sono una povera anima
ma ho fatto carità del poco che avevo,
sempre vicino ai miei cari e agli amici con
amore e sincerità ho dato conforto
ai malati in ospedale.
Ho perdonato a tutti tirando fuori quella
spina nel cuore.
Perdonami, Signore, delle poche cose che
con me ho portato anche la veste del
Battesimo, bianca immacolata
si è macchiata lungo la strada.
O Signore, grande e misericordioso
porto con me lassù la carezza di mia
madre e l’amore dei miei figli
la bellezza del luogo in cui vivo
la gentilezza e l’affetto dei nipoti,
parenti e amici.
Mandami incontro, Signore,
la mia dolce metà
fa che il nostro spirito
dia ancora conforto ai miei figli
e la luce del nostro amore
non si spenga mai per loro.
Senza Berto, la mia vita Signore,
è stata una lunga sofferenza.
Si sa che più grande è l’amore più grande
sarà il dolore.
Anche Lei ha scelto di morire
Per far conoscere al mondo
il suo grande amore.