Il lavoro agile in sanità: il punto in un evento al Senato
- Anap
Si è svolto a Roma l’evento “Lo smart working nella sanità“, promosso dall’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Roma. Meno stress, più produttività, meno tempo speso in spostamenti e meno traffico: il “lavoro agile” si diffonde nelle aziende, ma in Sanità siamo ancora all’anno zero. Si applica solo in rari progetti pilota, per lo più nel privato e, accanto a questo, esiste un sottobosco di specialisti che lo fanno in modo non strutturato. Sul tema della diffusione del lavoro da remoto tra medici e operatori sanitari ha fatto il punto il convegno.
Fino a pochi anni fa la possibilità di lavorare da remoto era praticamente sconosciuta. Oggi, grazie anche alle nuove tecnologie, nella pubblica amministrazione inizia a diffondersi e nel privato è quasi normale. “Nella sanità, invece – ha spiegato Nicola Caione, componente della Commissione Sicurezza Informatica dell’Ordine Ingegneri – c’è molta strada da fare. Ma diverse sono le aree potenzialmente interessate, dalla scrittura dei referti all’assistenza al paziente, fino al monitoraggio attraverso la telemedicina”. Il consenso però non manca.
Secondo un sondaggio presentato è emerso che il 90% dei pazienti si dice favorevole a cure da remoto e il 50% dei medici disponibile a farlo mediamente un giorno a settimana. Ma il fenomeno, precisa Caione, “anche se non strutturato, esiste già, perché il 25% dei medici ha detto di averlo fatto almeno una volta: esiste quindi un sottobosco informale”. Laddove è stato introdotto d’altronde, commenta Pierpaolo Sileri, Presidente della Commissione Igiene e Sanità del Senato e promotore del convegno, “lo smart working ha migliorato del 15% la produttività e diminuito del 20% l’assenteismo. Prima o poi anche la Sanità dovrà aprirsi a questa sfida. Tutti sanno quanto sia complesso e faticoso il lavoro del medico: riuscire a conciliarlo con la propria vita – conclude – significa anche essere meno stressati, fare meno errori, e quindi gravare meno anche sull’assicurazione e ridurre i costi per l’azienda”.
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