Come ogni anno, è stato presentato a Roma il Dossier Statistico Immigrazione 2014, Rapporto Unar, a cura del Centro Studi e Ricerche IDOS. Il Dossier offre una dettagliata fotografia del fenomeno migratorio nel nostro Paese, così come a livello internazionale.
Gli stranieri residenti in Italia, alla fine del 2013, erano ufficialmente 4.922.085, su una popolazione complessiva di 60.782.668, con un’incidenza dell’8,1%. Le donne rappresentano il 52,7% e i minori oltre 1 milione. Secondo stime dell’IDOS, tuttavia, il numero di immigrati regolari arriva a 5.364.000.
Gli immigrati residenti in Italia arrivano da 196 paesi, ma è evidente la prevalenza di alcune aree geografiche: il 51,1% proviene da Romania, Albania, Marocco, Cina e Ucraina. I primi cinque paesi non comunitari di provenienza sono Marocco (525 mila); Albania (503mila); Cina (321mila); Ucraina (234mila) e Filippine (166mila). Mentre, i primi tre paesi comunitari di provenienza sono Romania (933mila), Polonia (89mila) e Bulgaria (48mila).
I visti per ricongiungimento familiare (76.164) e le nuove nascite (77.705) sono le componenti che incidono maggiormente sull’aumento della popolazione straniera.
Nel 2013, un quarto degli stranieri, secondo dati del 2013, risiedeva in quattro province (Roma, Milano, Torino e Brescia). Nella sola Lombardia sono presenti oltre 1 milione di stranieri, ossia il 22,9% del totale nazionale.
Secondo dati Istat sulle forze lavoro, sono 2,4 milioni gli occupati stranieri, oltre un decimo del totale. Prevale l’occupazione nei servizi (63,6%) segue quella nell’industria (31,7%, con il 13,3% nelle sole costruzioni) e in agricoltura (4,7%). Nel 2013, è cresciuto anche il divario della retribuzione netta mensile percepita in media dagli stranieri, il -27% rispetto ai lavoratori italiani.
Un ruolo sempre più importante è quello svolto dagli immigrati sul piano previdenziale, grazie alla loro più giovane età (in media 31,1 anni contro i 44,2 degli italiani al Censimento 2011), che li rende fruitori marginali del sistema pensionistico. Nel 2012 sono stati versati circa 8,9 miliardi di euro di contributi da lavoratori stranieri e in futuro, secondo stime IDOS, l’incidenza degli stranieri tra coloro che raggiungeranno l’età pensionabile sarà del 2,6% nel 2016, del 4,3% nel 2020 e del 6,0% nel 2025. È, comunque, difficile stimare il numero esatto di lavoratori stranieri che sono tornati nel loro paese d’origine dopo aver vissuto e lavorato in Italia e ricevono pensioni Inps. Allo stesso modo, non è possibile quantificare le risorse risparmiate dall’Inps a fronte del numero di stranieri rientrati che non hanno presentato domanda di pensione in Italia.
Nel settore della sanità, secondo una ricerca dell’Agenzia sanitaria nazionale del 2010, il 4,4% dei ricoverati per acuzie e per cure di lunga degenza sono stranieri.
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