Aiutare una realtà al servizio di persone che vivono una situazione di disagio sociale, economico e sanitario. È questo il significato della donazione che i pensionati di Anap Confartigianato Imprese Padova hanno voluto fare alle Cucine Economiche Popolari (Cep) di Padova. Grazie alla generosità degli associati in occasione di alcuni appuntamenti come la Festa di san Giuseppe, è stata raccolta una somma che nei giorni scorsi è stata consegnata dal presidente Lino Fabbian nella struttura di via Tommaseo. Ad accoglierlo c’erano la direttrice suor Albina Zandonà e don Luca Facco, presidente della fondazione Nervo-Pasini che gestisce le Cep.
“Siamo stati felici di poter contribuire, con la somma raccolta nell’ambito delle attività associative di Confartigianato Imprese Padova e Anap Padova, alla realizzazione degli obiettivi di una realtà che svolge ogni giorno moltissime attività al servizio di persone che vivono situazioni di disagio“, spiega Lino Fabbian.
L’opera delle Cucine Popolari è nata a Padova nel 1882 per iniziativa di Stefania Omboni. “Le Cucine sono storicamente un luogo di relazione, spiega suor Albina Zandonà. Oggi lo sono per gli studenti che vengono a svolgere il Peto e per coloro che decidono di intraprendere il volontariato formativo d’impresa con le oltre 950 persone che arrivano in media mensilmente nella nostra struttura. Dal 2019, le persone accolte alle Cep sono registrate attraverso il sistema della Caritas, che ci permette di conoscere i numeri della nostra realtà e consente a ogni persona che arriva di essere chiamata per nome. Da quando abbiamo adottato questo sistema, abbiamo fatto più di 7 mila nuovi tesserini“.
Attualmente, sono in corso le operazioni per trasferire le Cucine vicino al Tempio della Pace: “Nella sede attuale – continua suor Albina – le persone aspettano in strada, vogliamo dare più dignità a chi accede alla nostra struttura“.
Il futuro delle Cep è tornare alle origini e in particolare a un’idea che era al centro dell’azione della fondatrice: “Stefania Omboni amava definirle la cucina di Padova, conclude la direttrice. Per questo vorremmo che diventassero un luogo di inclusione, prima di tutto per
le persone in situazione di forte disagio, ma non solo. Vorremmo che chi non si trova in quella difficile condizione decida di venire da noi per mettersi in relazione con persone che arrivano da·87 diversi Paesi, e che oltre alla lingua differente, hanno anche un altro modo di stare al mondo“.
Potrebbe interessarti:
- Grande partecipazione all’incontro sull’Alzheimer a Montello: ANAP Bergamo promuove consapevolezza e supporto
- Una biblioteca per tutti: il progetto di ANAP e Confartigianato Imprese Rieti per promuovere la cultura e l’inclusione
- Nuova Legge del Governo Italiano per il contrasto alla povertà e l’inclusione sociale
- Istat: inclusione sociale delle persone con limitazioni funzionali