Bilancio 2012 in rosso per l’Inps, il primo dopo l’incorporazione di Inpdap ed Enpals: la gestione finanziaria di competenza ha infatti evidenziato un saldo negativo di quasi 9 miliardi di euro dovuto “esclusivamente” alla gestione dei dipendenti pubblici ex Inpdap. E’ il quinto rapporto annuale dell’Inps a fotografare così lo stato dell’ente di previdenza.

Un disavanzo dovuto ad una crescita maggiore delle uscite, lievitate del 36,3% rispetto al 2011 e pari a 385.892 milioni di euro, rispetto alle entrate, cresciute del 32,5% e pari a 376.896 milioni di euro dovuti alla contabilizzazione di quelle dei due enti incorporati. Tra le principali voci di uscita quelle per le pensioni, pari a 248,3 mld e per le prestazioni economiche temporanee, pari a 48 mld. Le spese di funzionamento, al netto di quelle per il personale sono ammontate a 1,1 miliardi di euro. Per quel che riguarda le entrate, invece, quelle relative ai contributi sono ammontate a 210.198 milioni di cui 152.850 milioni, l’1,34% in più, per la Gestione privata; 56.177 milioni di euro, in calo del 5,1%, per la gestione dipendenti pubblici ; 1,171 mln per la gestione lavoratori dello spettacolo, +0,17%.

In progressivo calo anche l’avanzo patrimoniale che dai 41,3 miliardi di euro dell’inizio 2012 e’ sceso a fine esercizio per il ‘Nuovo Inps” a 22 miliardi. L’ex Inpdap ha portato in dote un disavanzo patrimoniale di 10,3 miliardi mentre l’Enpals registrava un attivo di 3 miliardi. L’avanzo di amministrazione e’ invece passato, nel 2012 dai 60,3 miliardi del solo Inps ai 55,6 miliardi del Nuovo Inps.

“Voglio però ribadire qui, fuori di ogni possibile dubbio, che non c’è nulla che preoccupi la stabilità finanziaria del sistema” ha affermato il Presidente dell’Inps, Antonio Mastrapasqua nel corso della Relazione sul Rapporto Annuale al Parlamento. “In quella crisi di fiducia di cui ho più volte parlato oggi non deve attecchire una cattiva informazione che trasforma un problema contabile in un sintomo di incertezza sulla tenuta della previdenza italiana. Nessun rischio, né per oggi né per domani. Le pensioni sono e saranno sempre e regolarmente pagate. Il sistema è in piena sicurezza. C’è forse da augurarsi che il Parlamento possa ripristinare l’abitudine – interrotta nel 2007 – di contabilizzare il trasferimento delle risorse necessarie a colmare il disavanzo strutturale dell’ex Inpdap come un semplice ripiano del conto economico e non come prestito all’ente previdenziale, come è avvenuto da quell’anno in poi. In questo senso ho già chiesto al Governo – in piena sintonia con gli altri organi dell’Istituto, con il Civ e con il magistrato della Corte dei Conti, che ringrazio tutti, anche in questo caso, per la preziosa collaborazione di questi anni – di valutare l’opportunità di un intervento in questo senso, per evitare una nominale erosione del patrimonio netto dell’Istituto“.

Quanto agli importi pensionistici, quasi la metà dei pensionati italiani riceve meno di mille euro al mese, un terzo è nella forbice tra i 500 ed i 1000 euro, il 15% addirittura sotto i 500 euro. Sono questi i dati allarmanti diffusi dal rapporto annuale dell’Inps 2012, nel quale si evidenzia inoltre che solo il 30% degli italiani riceve importi pensionistici mensili superiori ai 1500 euro. Dati decisamente preoccupanti, che testimoniano anche le difficoltà dei pensionati italiani di far quadrare i bilanci familiari. Infatti, si legge nel rapporto: “Il reddito pensionistico medio mensile è di 1.269 euro (1.518,57 euro per gli uomini e 1.053,35 euro per le donne). Il 73% dei percettori prende una sola pensione per un valore medio mensile di 1.196 euro (media tra 876 euro per le donne e 1.486 euro per gli uomini); il restante 27% cumula due o più pensioni con un reddito medio di 1.468 euro al mese. L’importo medio mensile delle prestazioni previdenziali Inps è di 881 euro, quello delle pensioni ex Inpdap è di 1.725 euro e quello delle pensioni ex Enpals è di 1.175 euro“.

Sono ben 8,8 milioni invece i titolari di sole pensioni di anzianità o vecchiaiamentre meno di due milioni sono coloro che ricevono due trattamenti previdenziali di diverso tipo. Quasi un milione e mezzo di italiani ricevono invece sole pensioni assistenziali, con una media mensile di soli 488 euro, mentre “i percettori di prestazioni assistenziali associate a prestazioni di tipo previdenziale sono 1,6 milioni, con importi medi mensili pari a 1.472 euro”.

È interessante notare anche la distribuzione geografica delle prestazioni previdenziali: “Nelle regioni settentrionali si concentra circa la metà dei titolari di prestazioni pensionistiche (48%), il 32% risiede al Sud e il restante 20% al Centro. I redditi pensionistici medi superano il valore nazionale del 5% al Nord e del 7% nelle regioni centrali, mentre nel Mezzogiorno si presentano inferiori del 13% rispetto alla media nazionale“.

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