Quanti ricordi, storie personali, hanno gli anziani nella loro mente, che spesso, nonostante i loro sforzi, non riescono a riaffiorare e restano confinati in chissà quale punto recondito del cervello. Ricordi spesso belli e interessanti per tutta la famiglia che però non possono essere condivisi e rischiano di essere persi per sempre.

Se poi interviene anche la demenza senile, o l’Alzheimer, si frappone una barriera difficilmente valicabile tra il presente e i ricordi del passato.

Si stanno facendo molti studi e ricerche sia per prevenire l’Alzheimer intervenendo sulle sue cause, sia per attenuare l’impatto che la malattia ha sull’esistenza delle persone e delle loro famiglie.

Synthetic Memories è un interessante progetto di ricerca globale guidato dalla startup Domestic Data Streamers che utilizza l’Intelligenza Artificiale per ricreare i ricordi addirittura trasformandoli in immagini visibili a tutti, al tempo stesso preservando l’identità unica di coloro a cui appartengono. In definitiva, si sfrutta l’intelligenza artificiale per potenziare la capacità mnemonica delle persone generando immagini che evocano i loro ricordi del passato, con l’obiettivo di migliorare la qualità della loro vita e comprendere meglio la nostra storia interconnessa attraverso i ricordi personali.

Attualmente su questo progetto esiste una collaborazione a livello internazionale con iniziative in 6 diversi paesi per lavorare su coloro i cui ricordi non hanno il privilegio di essere accompagnati da registrazioni visive, come fotografie e filmati.

Gli studiosi hanno intrapreso un’esplorazione di come questa tecnologia, radicata nel terreno instabile delle statistiche e delle probabilità, potrebbe servire comunità che sono state tradizionalmente emarginate. La sfida è usare questa tecnologia legata all’Intelligenza Artificiale, che è stata utilizzata prevalentemente per l’automazione e il controllo, e ottimizzarla per un aumento della connessione e della cognizione umana.

Si è iniziato a testare questi strumenti in residenze per anziani, lavorando specificamente con residenti affetti da demenza e Alzheimer, per vedere se creare nuove connessioni con i loro primi ricordi potesse aiutare a preservare la funzione cognitiva.

Sono state fatte riemergere storie care di avventure infantili, vicende familiari, viaggi attraverso paesaggi che non esistono più. Il tutto è stato sottoposto a un’intelligenza artificiale generativa ed è stato poi condiviso con i pazienti per includere il loro feedback e coinvolgerli attivamente nella rappresentazione dei loro ricordi.

Lavorando in tandem con assistenti sociali e neuroterapeuti, si sta studiando come le proiezioni di immagini convincenti del passato possano rallentare la progressione delle malattie degenerative. È importante capire che queste “memorie sintetiche” sono pensate per stimolare i ricordi, e non per imitare una fotografia reale, e per questo motivo l’oscuramento di dettagli come i volti è essenziale per rendere chiara questa distinzione.

Synthetic Memories non riguarda solo l’assistenza a coloro che stanno vivendo una perdita di memoria legata all’età, ma anche a coloro la cui identità è minacciata dalle circostanze sociali. I loro ricordi sono un modo per recuperare un senso di sé unico attraverso la loro storia personale e condividerla con la famiglia e i propri cari.

Da questo progetto si stanno creando kit di strumenti che possono essere condivisi per aiutare nell’intervento sociale e migliorare la qualità della vita di coloro che soffrono di deterioramento cognitivo.

Il progetto Synthetic Memories è profondamente consapevole delle sue responsabilità etiche, con considerazioni chiave che riguardano la riservatezza dei dati, la sicurezza emotiva e il potenziale uso improprio della tecnologia. Per questo si dà priorità alla gestione sicura e responsabile dei dati personali, rispettando tutte le normative sulla protezione dei dati pertinenti e aggiornando regolarmente i protocolli di sicurezza.

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