La Corte Costituzionale, con sentenza del 24 giugno scorso, ha stabilito l’aumento delle pensioni di invalidità portando l’importo mensile di 285,66 euro a 514,46 euro. La Corte ha infatti ritenuto l’attuale somma del tutto inadeguata a soddisfare i bisogni primari della vita, e che sia stato quindi violato il “diritto al mantenimento” che la Costituzione, con l’articolo 38, garantisce.
La Consulta ha però stabilito che tale aumento venga riconosciuto solo agli invalidi al 100% con redditi inferiori o pari a 6.713,98 euro. La pronuncia non avrà effetto retroattivo e dovrà applicarsi soltanto per il futuro, a partire dal giorno successivo alla pubblicazione della sentenza sulla Gazzetta Ufficiale.
Una sentenza “storica”, come è stata definita da molti, che va a sanare finalmente un “torto” del nostro sistema previdenziale nei confronti degli invalidi civili. Le limitazioni previste, peraltro, dovrebbero essere oggetto di attenta riflessione da parte del legislatore.
Dopo l’approvazione da parte della Commissione Bilancio della Camera di un emendamento al decreto rilancio che recepisce le disposizioni della Consulta, si spera che in tempi brevi gli invalidi interessati vedano le loro pensioni aumentate come previsto dalla sentenza.
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