Nel secondo trimestre 2012 il potere d’acquisto delle famiglie consumatrici, tenuto conto dell’inflazione, si è ridotto dellֵ,6% rispetto al trimestre precedente e del 4,1% rispetto al secondo trimestre 2011. Lo comunica l’Istat precisando che il calo tendenziale è il più marcato dal 2000. L’Istat ha rivisto al rialzo la variazione del Pil acquisita al secondo trimestre del 2012 per l’intero anno (quella che si avrebbe in presenza di una variazione congiunturale nulla nei restanti trimestri dell’anno): dal -2,1% a -2%. Nel secondo trimestre del 2012 il PIL é diminuito dello 0,8% rispetto al trimestre precedente e del 2,6% rispetto allo stesso periodo del 2011. Lo comunica l’Istat confermando i risultati diffusi il 10 settembre.
L’Istat ha rivisto anche il tasso di variazione congiunturale relativo agli investimenti fissi lordi (rivisti al -2,1% nel secondo trimestre, con una correzione di +0,2 punti percentuali), alle importazioni (-0,5%, con una revisione di -0,1 punti percentuali) e alle esportazioni (+0,1%, con una revisione di -0,1 punti percentuali). Per quanto riguarda i comparti di attività economica, c’é stata una revisione per l’agricoltura (-2,1%, con una correzione di -0,2 punti percentuali) e per l’industria in senso stretto (-1,4% con una revisione di +0,3 punti percentuali).
Nel secondo trimestre 2012 la propensione al risparmio delle famiglie consumatrici, misurata al netto della stagionalità, è stata pari allּ,1%, con una diminuzione di 0,6 punti percentuali rispetto al trimestre precedente e di 0,5 punti rispetto allo stesso periodo 2011. Lo l’Istat, precisando che il dato è più basso dal 1999. Il reddito disponibile delle famiglie consumatrici in valori correnti è diminuito rispetto allo stesso trimestre del 2011. Mentre il tasso d’investimento delle famiglie, sempre nel secondo trimestre, è stato pari al 6,8%, invariato rispetto al trimestre precedente e in calo di 0,2 punti percentuali rispetto al secondo trimestre 2011.
Nel secondo trimestre 2012 l’indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche è stato pari al 2,8%, inferiore di 0,4 punti percentuali rispetto a quello del corrispondente periodo del 2011. La quota di profitto delle società non finanziarie nel secondo trimestre 2012 è scesa al 38,5%, con una riduzione di 0,4 punti percentuali rispetto al trimestre precedente e di 2,1 punti rispetto al secondo trimestre 2011. Lo comunica l’Istat, precisando che il dato è ai minimi dal 1999, cioè dall’inizio delle serie storiche. Il tasso d’investimento delle imprese, pari al 21%, è inferiore di 0,4 punti percentuali rispetto al trimestre precedente e di 1,3 punti rispetto al secondo trimestre 2011.