Nel 2011 l’ISTAT ha condotto un censimento capillare sul non profit in Italia, i risultati sono stati presentati durante un convegno che si è svolto a Roma il 16 aprile 2014, che ha visto la partecipazione, tra gli altri, del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Giuliano Poletti, e il Vice Presidente della Commissione Europea, Antonio Tajani. Dal censimento risulta che in Italia sono presenti 301.200 Organizzazioni non profit, con un incremento del 28% dal 2001 e che le stesse occupano circa 680.00 addetti, 4.700 volontari, 271.000 lavoratori esterni e circa 5.000 lavoratori temporanei.
Emerge che il terzo settore dal 2001 al 2011 si è strutturato e organizzato maggiormente dove era già più radicato. Il sistema nel suo complesso gestisce entrate per 64 miliardi di € in entrate e 57 miliardi di € in uscita. Il settore non profit italiano si conferma costituito principalmente da Associazioni: non riconosciute: 201.004 unità; riconosciute: 68.349 unità.
Considerando i diversi settori di attività, le Organizzazioni ricreative, culturali e sportive risultano le più numerose e quelle che si sostengono maggiormente grazie ai contributi degli aderenti e dalla vendita di beni e servizi. Il settore sanitario pur essendo in numero totale di Organizzazioni poco rappresentato è quello che assorbe il maggio numero delle risorse economiche, che opera con il maggio numero di personale dipendente.
In generale il sistema risulta molto dinamico: ci sono settori come sport e ricreazione che sono cresciuti del 39% rispetto alla media nazionale, anche altri settori meno rappresentati hanno avuto un crescita molto dinamica, il settore volontariato e filantropia è cresciuto del 289%, la cooperazione internazionale del 148,8%. Inoltre il 20% delle Organizzazioni è in grado di gestire fino a 5 servizi differenti.
In Italia anche per ragioni storiche e politiche il modello di Welfare per soddisfare i bisogni delle persone in difficoltà vede intervenire prima di tutto la famiglia e poi il mercato, dove la famiglia è assente o non ce la fa; dove i servizi di mercato non sono accessibili (spesso per ragioni economiche) interviene lo Stato. Sta però accadendo sempre di più che dove lo Stato non ce la fa, spesso il non profit intervenga in luogo dello Stato e del mercato.
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