Nel corso del 2013 la decelerazione dell’inflazione è stata più marcata per le famiglie con minore livello di spesa, che all’inizio dell’anno avevano invece sopportato una crescita dei prezzi superiore a quella degli altri gruppi di famiglie.
Nel quarto trimestre del 2013, rispetto agli ultimi tre mesi del 2012, l’inflazione per i cinque gruppi di spesa nei quali sono state equamente suddivise le famiglie italiane, si è distribuita, infatti, in un intervallo compreso tra +0,4% del primo gruppo (caratterizzato da una spesa media mensile più bassa) e +0,8% dell’ultimo (caratterizzato da una spesa media mensile più alta). Nello stesso periodo, la misura dell’inflazione calcolata per il complesso delle famiglie è stata pari a +0,7%.
La frenata dell’inflazione manifestatasi nel corso del 2013 (da +2,1% del primo a +0,7% del quarto trimestre) ha riguardato tutti i gruppi. Le famiglie che spendono meno hanno visto la crescita dei prezzi passare dal 2,5% del primo trimestre allo 0,4% del quarto, quelle che spendono di più dall’1,8% allo 0,8%.
Le cause di tale andamento sono rintracciabili soprattutto nella flessione dei prezzi dei beni energetici, la cui incidenza sulla spesa complessiva per le famiglie con minore capacità di spesa è più che doppia rispetto a quelle dell’ultimo gruppo.
La variazione media annua del 2013 ha visto chiudersi la forbice che si era aperta nel 2012, anno di inflazione relativamente sostenuta, tra i tassi di inflazione che i diversi gruppi di famiglie si sono trovati a fronteggiare. Per il primo gruppo l’inflazione si è attestata al +1,3% dopo il +4,2% subito nel 2012, per l’ultimo gruppo essa è scesa al +1,2%, dopo il +2,9% registrato nel 2012.
Nel complesso, tra il 2005 e il 2013, l’indice dei prezzi al consumo per le famiglie con la spesa media più bassa è aumentato del 21,8%, a fronte del 17,7% registrato per le famiglie con la spesa più alta e del 19,0% dell’indice generale.
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