Giunto alla sesta edizione, “Noi Italia. 100 statistiche per capire il Paese in cui viviamo” offre un quadro d’insieme dei diversi aspetti economici, sociali, demografici e ambientali del nostro Paese, della sua collocazione nel contesto europeo e delle differenze regionali che lo caratterizzano. Riportiamo qui di seguito le schede relative ad argomenti di maggiore interesse per gli anziani.
Sanità e salute: Nel 2012 la spesa sanitaria pubblica è di circa 111 miliardi di euro, pari al 7 per cento del Pil e a 1.867 euro annui per abitante, un livello molto inferiore rispetto ad altri importanti paesi europei.
Nel 2011 le famiglie contribuiscono con proprie risorse alla spesa sanitaria complessiva per una quota pari al 20,6 per cento (oltre 2 punti percentuali in meno rispetto al 2001). La spesa sanitaria delle famiglie rappresenta l’1,8 per cento del Pil nazionale; ammonta mediamente a 949 euro per le famiglie del Mezzogiorno e a 1.222 euro per quelle del Centro-Nord.
Nel 2011 le regioni sono state interessate da circa 588 mila ricoveri ospedalieri di pazienti non residenti (8,4 per cento dei ricoveri ordinari per “acuti”) e da oltre 523 mila ricoveri di pazienti provenienti da una regione diversa da quella di residenza (7,6 per cento, riferito ai soli residenti in Italia). Gli indici di mobilità più alti, superiori al 20 per cento, si riscontrano nelle regioni più piccole (Basilicata, Valle d’Aosta e Molise) . I tumori e le malattie circolatorie si confermano le principali cause di ricovero ospedaliero, con differenze poco significative a livello regionale.
Le malattie del sistema circolatorio rappresentano la principale causa di morte in quasi tutti i paesi dell’Ue. In Italia, il tasso standardizzato di mortalità per questa causa è pari a 30,4 decessi ogni diecimila abitanti, quello relativo ai tumori è pari a 25,9, con valori maggiori negli uomini (35,5) rispetto alle donne (19,3). I tumori sono la seconda causa di morte sia in Italia sia nel gruppo dei 27 paesi Ue.
In Italia, il tasso di mortalità infantile nel 2010 è di 3,3 decessi per mille nati vivi. Negli ultimi dieci anni il valore di questo indicatore ha continuato a diminuire su quasi tutto il territorio italiano, raggiungendo valori tra i più bassi in Europa.
Nel 2012 i fumatori sono il 21,9 per cento della popolazione over 14, i consumatori di alcol a rischio il 14,1 per cento. Risulta invece obesa una persona di 18 anni e più su 10 (10,4 per cento).
Condizioni economiche delle famiglie: Nel 2011 circa il 58 per cento delle famiglie residenti in Italia ha conseguito un reddito netto inferiore all’importo medio annuo (29.956 euro, circa 2.496 euro al mese). La più alta diseguaglianza nella distribuzione del reddito è in Campania mentre in Sicilia si registra il reddito medio annuo più basso (oltre il 28 per cento in meno del valore medio italiano); sempre in quest’ultima regione, in base al reddito mediano, il 50 per cento delle famiglie si colloca al di sotto di 17.804 euro annui (circa 1.484 euro al mese).
Nel 2012 il 24,9 per cento delle famiglie residenti in Italia presenta almeno tre delle difficoltà considerate nel calcolo dell’indice sintetico di deprivazione, una quota in aumento rispetto all’anno precedente. Il panorama regionale mette in evidenza il forte svantaggio del Mezzogiorno, dove l’indicatore raggiunge il 41,0 per cento.
Nei primi mesi del 2013, quattro persone over14 su dieci si dichiarano molto o abbastanza soddisfatte della propria situazione economica. Il livello di soddisfazione per la situazione economica presenta una forte variabilità regionale: passa dal 69,2 per cento di Bolzano al 25,3 per cento della Sicilia.
Protezione sociale: Nel 2012 in Italia la spesa per la protezione sociale supera il 30 per cento del Pil, il valore per abitante sfiora invece gli 8 mila euro l’anno. All’interno dei paesi Ue27, l’Italia presenta valori appena superiori alla media dell’Unione, sia in termini pro capite, sia di quota sul Pil.
Nel 2011, il 55,1 per cento dei comuni italiani ha attivato almeno un servizio tra asili nido, micronidi o altri servizi integrativi/innovativi per l’infanzia. Rispetto all’anno precedente si registra una lieve flessione (era 55,2 per cento) da attribuirsi alla diminuzione dei servizi integrativi e innovativi. La disparità fra le regioni nella diffusione di servizi per l’infanzia è particolarmente ampia, dal 13,2 per cento in Calabria al 100 per cento in Friuli-Venezia Giulia. Per la prima volta dal 2004, nel 2011 scende, seppur in misura lieve (-0,5 punti percentuali rispetto al 2010), la percentuale dei bambini che utilizzano servizi pubblici per l’infanzia (13,5 per cento nel 2011). La distribuzione sul territorio nazionale è molto disomogenea, con ampi divari tra il Nord-est (19,2 per cento) e il Mezzogiorno (5,0 per cento). A livello regionale, si passa dal 2,5 per cento della Calabria al 26,5 per cento dell’Emilia-Romagna.