Dai dati di Passi d’Argento 2016-2018 si stima che 13 persone su 100, di 65 anni o più, soffrano di sintomi depressivi. Fra queste persone, oltre alla salute psicologica, anche la salute fisica risulta decisamente compromessa.
I sintomi depressivi sono più frequenti all’avanzare dell’età (raggiunge il 22% dopo gli 85 anni) fra le donne (17% vs 9% negli uomini), fra le classi socialmente più svantaggiate, per difficoltà economiche (33% fra chi riferisce molte difficoltà economiche vs 7% di chi non riferisce di averne) o per bassa istruzione (17% fra coloro che hanno al più la licenza elementare vs 8% fra i laureati), fra che vive solo (16%) e fra le persone con diagnosi di patologia cronica (27% fra chi riferisce due o più patologie croniche vs 7% di chi non ne ha).
Una discreta quota di persone con sintomi depressivi (26%) non chiede aiuto a nessuno, chi lo fa si rivolge ai propri familiari o amici (22%), o a un medico/operatore sanitario (18%) e nella maggior parte dei casi (34%) a entrambi, medici e persone care.
Ma un ruolo importante lo possono svolgere anche le Associazioni degli anziani e dei pensionati. Perché per combattere la depressione, che dipende, per quanto riguarda gli anziani, soprattutto dalla solitudine e dall’uscita del mondo del lavoro le Associazioni possono offrire molti spunti volti alla socializzazione e all’impegno.
L’Anap, in particolare, stimola i propri soci attraverso varie iniziative promosse sia dal centro sia dai propri gruppi territoriali. Iniziative di carattere culturale, turistico, sociale che consentono ai soci di trovare occasioni di impegno, di essere ancora utili agli altri (come nel caso del volontariato) e di stare assieme ad altre persone. E questo consente di sconfiggere la solitudine e con essa debellare, appunto, la depressione.
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