Sono in cantiere due provvedimenti in via di definizione da parte del Ministero della Salute, sull’appropriatezza dei ricoveri riabilitativi e sui percorsi di riabilitazione ospedaliera e territoriale.
“Alcuni passaggi di quei testi rischiano di compromettere il diritto alla riabilitazione delle persone con sclerosi multipla”: lo sostiene l’AISM (Associazione Italiana Sclerosi Multipla) che a tal proposito ha lanciato anche la campagna “La riabilitazione mi fa vivere #difendiundiritto”.
Il primo documento si intitola Criteri di appropriatezza dell’accesso ai ricoveri di riabilitazione ospedaliera e prevede al momento l’esclusione delle persone con sclerosi multipla dalla fruizione dei ricoveri di alta specialità in neuroriabilitazione, che verrebbe garantito solo per coloro che abbiano avuto almeno 24 ore di coma. Il secondo, invece, si chiama Individuazione di percorsi appropriati nella rete di riabilitazione, e aggiunge per le persone con sclerosi multipla ulteriori limitazioni per l’accesso ai ricoveri ordinari per la riabilitazione intensiva, configurando una seria difficoltà di accesso alle prestazioni di riabilitazione territoriale, sia ambulatoriale che domiciliare, che non risulterebbero adeguatamente raccordate al percorso complessivo di presa in carico.
L’Agenda della Sclerosi Multipla 2020, invece, e i PDTA Regionali sulla sclerosi multipla sinora approvati indicano, al contrario, che bisogna garantire alle persone il diritto di accesso ad un appropriato intervento riabilitativo strutturato, in tutti i setting necessari, per tutte le risposte necessarie per le diverse fasi di malattia e per l’evoluzione della disabilità che ne consegue.
Come Anap condividiamo pienamente le preoccupazioni dell’AISM. La riabilitazione è un diritto ed eventuali limitazioni vanno ben vagliate, nell’interesse degli assistiti, assieme alle Organizzazioni che li rappresentano. I costi della sanità, che sono già al di sotto della media OCSE e di quella europea, meritano ben altri approfondimenti. Anzi, tutto il “pianeta” della Sanità va rivisto per renderlo più efficiente ed efficace. E non occorre – secondo l’Anap – cominciare in questa rivisitazione con il tagliare un diritto che è sacrosanto e che riguarda i cittadini più fragili.
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