La telemedicina in un incontro annuale tenuto da Anap Confartigianato Veneto lo scorso giovedì. Uno strumento importantissimo che ha visto maggior diffusione con la pandemia dal 2020. Una accelerazione degli strumenti digitali che ha portato non poche difficoltà nelle fasce poco avvezze alla tecnologia, come nella terza età.
Durante l’incontro il presidente Fiorenzo Pastro di Anap Confartigianato Veneto, sottolinea il fatto quanto sia importante l’utilizzo della telemedicina per ridurre costi e distanze attraverso la consulenza medica online. Al tempo stesso però non bisogna lasciare indietro chi non è “nativo digitale” come gli anziani, evitando di sostituire o comunque ledere il rapporto medico paziente.
L’Anap Veneto, per i propri associati, ha voluto realizzare un decalogo con le giuste attenzioni da avere per una telemedicina utile e di qualità, riportato qui a fine articolo.
La Sanità Digitale ha un costo ovviamente. Secondo un recente studio della School of Management del Politecnico di Milano, nel 2020 la spesa è cresciuta del 5% rispetto al 2019, arrivando ad un valore di 1,5 miliardi di euro ovvero all’1,2% della spesa sanitaria pubblica e a quasi 25 euro a cittadino. Durante la pandemia, l’uso della Telemedicina si è triplicata e la Televisita è passata al 39% partendo da un 13%.
E’ ovvio, come afferma Pastro, la teleassistenza offre il vantaggio enorme a tutti coloro che abitano in comuni o frazioni parecchio lontani dagli ospedali e strutture mediche. Difatti già oggi è possibile, in tempo reale, effettuare esami cardiovascolari e avere referti in diretta con l’ausilio di apparecchiature adeguate in collegamento con specialisti a distanza.
Il Cav. Raffaele Zordanazzo, Vice Presidente Anap Veneto, aggiunge dicendo che la Telemedicina deve essere alla portata di tutti, proponendo come Associazione alcuni riguardi per migliorare la qualità della vita degli anziani e non solo.
Il decalogo proposto da Anap Confartigianato Veneto
- Siamo consapevoli che la telemedicina non è una panacea: non è possibile fare qualsiasi tipo di visita da remoto.
- Chiediamo che la tecnologia utilizzata sia facile, amichevole, utile, veloce: per noi assistiti e anche per gli operatori sanitari.
- Chiediamo di essere formati e informati sull’utilizzo delle tecnologie, tenendo conto che non tutti hanno conoscenze tecnologiche e digitali. E’ importante che siano formati anche i caregiver e i familiari.
- Suggeriamo che nella creazione di tecnologie siano coinvolti assistiti con minori conoscenze tecnologiche per capirne bisogni risolvendo preventivamente possibili problemi di utilizzo. La migliore progettazione va fatta insieme al destinatario.
- Chiediamo che la telemedicina non escluda la relazione medico-assistito, ma la migliori. Non può esserci buona telemedicina senza un buon rapporto con l’operatore sanitario.
- Chiediamo che il collegamento avvenga comunque in tempo reale e consenta di vedere il paziente e interagire con esso avvalendosi del supporto del caregiver.
- Chiediamo che tutti gli esami diagnostici (referti e cartelle cliniche) siano condivisibili on-line tra gli operatori sanitari, nel rispetto delle norme a tutela del trattamento dei dati personali (privacy).
- Chiediamo che la telemedicina ci aiuti quando facciamo fatica a muoverci, riduca il disagio che comporta lo spostamento fisico per sostenere la visita.
- Chiediamo che permetta una riabilitazione più intensiva delle patologie (soprattutto quelle croniche) nel processo di cura.
- Chiediamo che possa agevolare l’interazione di diversi specialisti su un unico caso, indipendentemente dalla struttura o paese in cui operano.
Potrebbe interessarti:
- Responsabilità del medico in caso di dissenso espresso dal paziente alle cure
- Censis: l’85% degli italiani vuole scegliere liberamente il medico e l’ospedale tra pubblico e privato
- La caduta del paziente nelle strutture del SSN è l’evento “sentinella” più frequente
- Ricerca Censis: tanta informazione sui mass media, ma resta centrale il rapporto medico-paziente