In occasione dell’Anno Europeo dell’invecchiamento attivo e della solidarietà tra le generazioni, l’Agenzia Europea per la Salute e la Sicurezza sul Lavoro (EU-OSHA) ha presentato un nuovo servizio web per i lavoratori in età avanzata. Accedendo al link appositamente dedicato sarà possibile reperire statistiche, informazioni utili ed esempi pratici di misure volte a migliorare le condizioni di lavoro dei soggetti più anziani (come l’adeguamento delle mansioni lavorative e le valutazioni dei rischi sensibili all’evoluzione demografica), e a mantenere la propria “abilità lavorativa” nel tempo.
La tutela della salute e della sicurezza sul lavoro rappresenta infatti uno degli elementi considerati chiave nella possibile estensione dell’età lavorativa anche in Italia, come dimostra il secondo sondaggio d’opinione europeo sulla salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro realizzato da EU-Osha secondo il quale una parte degli Italiani ritiene che buone pratiche di sicurezza siano importanti nell’aiutare le persone a lavorare più a lungo prima del pensionamento. “Un’attività lavorativa soddisfacente e sicura – ha dichiarato Christa Sedlatschek, il direttore dell’Agenzia Europea per la Salute e la Sicurezza sul Lavoro – costituisce una parte importante dell’invecchiamento attivo. I giovani lavoratori sono i lavoratori anziani del futuro; la garanzia di un buon livello di salute e sicurezza sul lavoro riveste un ruolo fondamentale nel migliorare e prolungare la vita lavorativa delle persone“.
Su richiesta del Parlamento europeo e della Commissione europea, nei prossimi mesi l’EU-OSHA varerà un progetto pilota finalizzato all’analisi di strategie di miglioramento della salute e della sicurezza dei lavoratori anziani.
Se, secondo le previsioni registrate nel Libro bianco sui sistemi previdenziali della Commissione europea nel 2020 i lavoratori italiani avranno l’età di pensionamento più alta d’Europa, con 66 anni e 11 mesi, (oltre un anno di differenza rispetto ai 65 anni e 9 mesi della Germania), anche l’Unione europea sta affrontando importanti cambiamenti demografici, caratterizzati da un aumento dell’aspettativa di vita e da una riduzione dei tassi di natalità. Tali elementi indicano la probabilità che, nei prossimi decenni, assisteremo a un notevole incremento della percentuale di lavoratori più anziani. Attualmente, meno della metà dei soggetti tra i 55 e i 64 anni lavora all’interno dell’UE lasciano il mercato del lavoro prima dell’età pensionabile.
Fra gli ostacoli principali al proseguimento dell’attività lavorativa per gli over-55, gli Italiani considerano l’esclusione dai programmi di aggiornamento e training (76%), la mancanza di possibilità di riduzione graduale delle ore lavorative (75%) e il giudizio negativo, la discriminazione, da parte degli altri lavoratori (63%). (Fonte: sondaggio Eurobarometro sull’invecchiamento attivo 2012).