Nei prossimi anni, le imprese diventeranno sempre più “vecchie”. È quanto emerge da uno studio della società di consulenza Accenture, che è stato illustrato a Milano durante un incontro cui hanno partecipato responsabili delle risorse umane delle principali società italiane. E il combinato disposto di due fenomeni: quello del tendenziale aumento delle aspettative di vita e dell’ultima riforma del sistema pensionistico che porta la firma del ministro del Walfare Elsa Fornero che costringerà gli over 50 a lavorare ben oltre i 65 anni. Il risultato, ancora sottotraccia e i cui effetti economici cominciano sono solo ora a essere esaminati, determinerà cambiamenti senza precedenti nelle dinamiche aziendali. E rischia di pesare non poco sui bilanci societari.
Gli esperti di Accenture lo hanno spiegato anche con i numeri. Secondo una loro proiezione tenendo conto che nel nostro paese la popolazione con più di 60 anni è al momento pari al 26 per cento della popolazione e sarà del 41 per cento entro il 2050, questo significa che nei prossimi anni le aziende vedranno aumentare il numero del personale a disposizione mano a mano che andrà a regime la riforma della previdenza. In media, il numero di lavoratori crescerà nelle aziende dell’ 1,3 per cento del totale della forza lavoro entro il 2014, del 7,2 per cento entro il 2020 e del 17, 696 entro il 2030. Come si legge nel documento di Accenture tutto ciò comporta “un ostacolo all’ingresso di azienda nelle nuove competenze richieste per affrontare le nuove sfide di mercato e per svolgere i mestieri che verranno richiesti in futuro” nonché “limitazioni all’ingresso di nuovi lavoratori dovuto alla permanenza dei lavoratori senior e dell’aumentato costo dei personale”.
Questo sul fronte del mercato del lavoro. Per le aziende, invece, determina “un impatto sugli obiettivo di risparmio legati al costo del personale” ma soprattutto la necessità di aumentare “livelli di motivazione e produttività dei dipendenti over 50”. Perché, come emerge da un sondaggio elaborato sempre da Accenture su un campione di 500 interviste a lavoratori dai 50 anni in su che ricoprono posizioni di responsabili in società con più di 250 dipendenti, le aziende ora dispongono di un capitale umano che non possono permettersi di sprecare. “Vanno sfatati alcuni luoghi comuni: non è vero che gli over 50 si considerino a fine carriera e con meno entusiasmi dei giovani, spiega Stefano Trombetta, responsabile Talent & Organization di Accenture. Anzi, si sentono al centro dell’attività e vorrebbero far contare di più lavoro esperienza e competenze. Per le aziende diventa fondamentale rivedere le politiche di formazione, di nuove carriere con la possibilità di crescere non solo in verticale ma anche orizzontale. La mobilità sarà fondamentale anche all’interno dell’azienda“.
Fonte: Accenture – Repubblica